venerdì 21 novembre 2008

Sguardi bovini


Siccome le mancano esattamente 3.75 diottrie, Pilar porta gli occhiali. Ogni tanto però, per alleggerire il nasino regale, si mette le lenti a contatto.
Per ficcare negli occhi queste lentine, le regole sono poche e semplici:

  1. lavare le mani
  2. aprire il contenitore portalenti
  3. mettere una lente sul dito della mano preferita
  4. appoggiarla delicatamente sull'occhio
  5. ripetere l'operazione per l'altro socio
  6. chiudere il contenitore

Fine.
Invece no!
Pilar non può mica far filare tutto liscio, chevvicredete!?

Allora, intanto vedere qualcosa oltre il proprio naso senza gli occhiali è già cosa ardua... se poi devi trovare un microdischetto molliccio e dannatamente trasparente, la cosa diventa un'impresa di dimensioni titaniche.
Con la delicatezza che caratterizza una Lady, poi, una volta trovata la lente che sguazzava felice nel contenitore, due sono le cose che capitano più frequentemente:
#1: la lente si piega su se stessa e s'appiccica, sicchè la Pilar deve mettersi lì (nella nebbia della miopia e quindi con aria da stordita cronica, che prevede la bocca semiaperta e gli occhi da mucca) a cercare di staccare i due lembi senza rovinarla del tutto
#2: la lente cade dal dito fatato, porcalaeva, per finire nonsisadove nei paraggi del lavandino e lì... eh, vattelappesca.
Evabèh.

Oggi però è successo un altro imprevisto, degno di essere annotato negli annali dei Rincoglioniti-da-lente-a-contatto...
Pilar è in bagno, con il contenitore delle lenti appoggiato vicino al lavandino.
Prende la scatoletta delle lenti nuove, la apre e se le mette.
Tutto a posto.
Poi però s'accorge di avere ancora un po'di mascara sulle ciglia, sicchè decide di togliere le lenti, metterle nel loro contenitore, struccarsi meglio e rimettere le lenti nuove.
Sèh.
Allora apre il contenitore, ci mette dentro le lenti nuove, e richiude.
Si strucca, riapre il contenitore... ma... sorpresa! Nel portalenti ci sono QUATTRO lenti a contatto!
Ohibò.
S'è dimenticata di levare quelle vecchie, prima di mettere quelle nuove.
Babbazze si nasce, chevvicredete.
Allora cosa fa?
L'unica cosa che le è sembrata intelligente fare: si mette lì e le stacca una ad una.
Poi, sempre brancolante nel buio della cecità, comincia a provare prima una lente... poi l'altra... poi l'altra ancora... naturalmente con l'immancabile sguardo bovino e l'espressione da ipodotata che oramai la contraddistinguono.


...eh, ma arriverà il giorno in cui si farà una bella operazione a quei fanali...!

martedì 18 novembre 2008

Mai scomodare i Santi


A casa Pilar la situazione è questa:
- il Capofamiglia, dopo un'infanzia trascorsa in seminario, è diventato ateo.
- la Capafamiglia, dopo un'infanzia passata a letto perennemente malata, è profondamente religiosa, ma non praticante.
- il Primogenito, ateo, è stato battezzato solo dopo un colpo di mano dei parenti Diggiù: spaventati dal possibile futuro Anticristo, tesero una retata e lo fiondarono nell'acquasantiera. Poi tornarono a casa.
- la Secondogenita, Pilar, non è battezzata, perchè la nonna Diggiù riteneva le femmine una sventura nella genealogia familiare. Dopo un breve avvicinamento alla chiesa cattolica, stava per diventare buddsita. Poi ha creduto nella reincarnazione, ma finito il libro (del quale si omette volontariamente il titolo, perchè era una magnifica stronzata) è finita anche la sua religiosità. Da allora, diciamo che se ne sbatte.
- la Terzogenita, accolta come un incidente di percorso, idem come sopra.


Tutto questo preambolo per dire quale pensiero profondo?
Bèh.
Stamattina a colazione Pilar leggeva la posta del giorno precedente (la puntualità è ciò che più la contraddistingue)...


Pil: mami, c'è una non-ben-definita-associazione che vuole i nostri soldi.
Capa: Butta via.
Capo: (che si ritiene interpellato a priori, comincia il delirio...) noi doniamo solo a L'Unità e a... san... san... san giuliano! No, ashpèt', cumm' s' chiam'... san gennar'... NO! San Vingènz'... NO! Santantonio... NO! San ... San... San Marcellino... NO, chestoddicènd'!?
Pil: ---
Capa: ---
Capo: Sammichele... NO! Sant... sant... OHMMARòNNAMIA! Cumm' cazz' s' chiamm'??
Pil:---
Capa:---
Capo: E' quel santo con quell'animale...
Capa: (con sguardo di commiserazione) Tesoro... è San Gaspare del Bufalo.
Capo: Sì! ECCOLO!! ...evvafangùl'!!

Ecco.
Poi uno si chiede da dove è venuta Pilar...

mercoledì 12 novembre 2008

Stilnovismo '08


chi ha finito il glitter??
dove sono i nastrini dorati??
io l'anno prossimo mi faccio monaca e vivo di elemosina. 'fanculo alla crisi, 'fanculo alla gelmini
ho speso 5 euro per una manciata di fiocchetti dorati scozzesi, ma ne vado fiera
tanto lo scozzese tira tantissimo, quest'inverno
dov'è il glitter????
a Erba fanno un cineforum fan-ta-sti-co, ai livelli di Milano
mavalàh, a Erba fanno solo film di Natale. tristissimi.
non è che per giustificare un'assenza devi scrivere chissàccheccosa. e poi "lezione"si scrive con una zeta, cazzo, lo sanno anche le pietre che -zio e -zia ne hanno solo una!
dove cazzo è finito il glitter???
chi chiede duecentomila euro per un bilocale in un paese di merda dovrebbe essere denunciato.
porcaeva, ho il registro puro e illibato. se mi scopre la preside mi crocefigge in sala mensa.
B. ha dato un pugno sul naso ad H. , ma grazieadio erano fuori dal cancello della scuola. echeccazzo.
se non salta fuori il rubaglitter faccio una strage!!! capitoooh??!




dlin dlon
Dopo 7 ore a contatto con degli scaccolenti scalmanati e 2 ore in riunione coi genitori, è caldamente sconsigliato rinchiudere una banda di maestre sciamannate in compagnia di glitter, campanelle, fiocchetti, vasetti, treccine, figurine, stelline, muschi, renne, tovaglioli, colla vilinica, alberelli, madonne sangiuseppi e gesù bambini.
Perdipiù senza viveri.

mercoledì 5 novembre 2008

Il calzino è vita (ossia: come perdere la dignità su un tappeto rullante)


C'è qualcosa che spinge Pilar all'autodistruzione.
Un po'come quando ha scelto di iscriversi a Scienze dei Beni Culturali, o come quando ha deciso di fare la maestra.
Ecco, questa è un'altra delle sue cazzate immani: s'è iscritta ad un corso di bici e corsa. In acqua.
gasp
Sicchè, ogni sacrosanto lunedì, s'infila il costume da bagno, la cuffia, i calzini e s'immerge nella vasca della piscina. I calzini, sì, non s'è sbagliata: alle 18 e 30 di ogni lunedì la tenuta di Pilar (e non solo, graziealcielo) consta di:
- un costume da bagno intero altamente diserotizzante
- una cuffia in lycra dove si cerca (invano) di raccogliere la selvaggia chioma
- lenti a contatto (sia benedetto l'inventore)
- calzini a righe gialle.

Sull'utilità di questi ultimi ci arriveremo. Intanto pazientate.

Si comincia la lezione sulle note di firulì firulà. Sicchè la Pilar mi parte motivata, e cavalca la ciclette tenendo il ritmo come neanche Sofia Boutella.
Sèh.
Tempo 40 secondi e il fiato comincia già a venir meno.
Ma concentriamoci sulla lezione: la Lady è immersa nell'acqua fino alle spalle, in piedi su una siclèt che, al posto dei pedali, ha delle megapinne blu (peraltro fin troppo grandi per il suo piede fatato).
La lezione prevede pedalate a tutto spiano e l'uso di altri aggeggi infernali atti a minare irrimediabilmente la stabilità psicologica delle vittime, come ad esempio un mega cotton fioc usato a mo'di remi.
Sì, seriamente.
Si tiene a precisare che la spiegazione non è all'altezza della visione dal vivo.

Dopo mezz'ora, ecco che mi entrano in gioco il calzini: inizia il tappeto rollante.
Scesa dalla bici, si sale su questo... questo... coso, che deve essere immerso nell'acqua da ogni singolo concorrente. E a Pilar ci vorrebbe un apposito corso propedeutico.
Ma andiamo oltre.
Si diceva: a cosa serve il calzino?
Ebbene, il calzino serve a non perdere quel briciolo di dignità rimasta.
Perchè la corsa in acqua è cosa ardua. Ma se fatta senza calzino diventa impossibile e un pochetto pericolosa, perchè i piedi, per fatati che siano, possono scivolare. E se si scivola nell'acqua, è difficile trovare prontamente l'equilibrio. E se non si ritrova l'equilibrio perduto, potrebbe capitare di pestare il grugno sul mancorrente del tappetorullante, come direbbe la Francina.
Sicchè, il calzino, cari miei, non è un feticcio.
Il calzino è la vita.



Illustrazione creata dalla fatina in personapersonalmente.