mercoledì 30 gennaio 2008

Missing


Sono sparite.
Dove sono andate, non ci è dato saperlo.
Ma le tette della Pil non ci sono più.
Forse stanno scioperando, stufe di essere rinchiuse in quelle trappole di stoffa.
Forse hanno pensato di farla finita, avvilite dall'accanimento di Madre Natura nei loro confronti.
Forse sono impegnate ad aiutare Marini nell'incarico esplorativo.
forse sono andate in Cina alla scuola di tifo (magari, incitandosi a vicenda...).
Fatto sta che alla Pilar i soliti reggiseni stanno larghi, formando un vuoto NON sulle costole (il che indicherebbe un dimagrimento) bensì proprio sulle coppe.
Eccheddiamine.
Tornate, care, le mancate tanto.

lunedì 28 gennaio 2008

Dai un bacio a chi vuoi tu


Storia da Bibliotecaria.


In TUTTI i film si vedono dei gran baci. Morbidi, avvolgenti, sensuali, romantici... al che, t'aspetti di emozionarti...

Oggi in biblioteca è arrivata una ragazzina di quinta elementare...
R - mi dai un libro come quello di mia sorella?
Pil - che libro ha letto tua sorella?
R - "Scusa ma ti chiamo amore"
Pil - (Moccia, e tte pareva...) eh, ma quello è per grandi...
R - ma in quello per la mia età non ci sono i baci!
Pil - massì, qualcuno c'è! guarda... (e la fatina le fa vedere qualche libro, che però non sembra soddisfare la fanciulla)
R - no, questi sono baci diversi...
Pil - mh... allora, prova con questo... (anche se sa che le è SEVERAMENTE VIETATO, Pilar le mostra un libro per adolescenti)
R - no, io voglio i baci come quelli dei film!
Pil - e perchè vuoi un libro?
R - perchè così un po'me lo invento io... Ma non c'è un libro per bambini con i baci da grandi??(ad alta voce)

Detto questo, dietro di lei arriva la mamma che le si avventa sul braccio, le dà uno strattone e, dopo aver fatto ridere le persone intorno con una ramanzina di quelle storiche, la porta via dicendo: "Ma io non lo so mica dove impara queste cose!!"


Signora, sua figlia vuole solo sapere com'è fatto un bacio.
Alla tele non ti spiegano cosa senti. I film non dicono che il primo bacio sarà schifoso.
Liquido.
Viscido.
Rigido.
Assolutamente NON piacevole.


Il primo bacio fa quasi sempre schifo.
Puoi anche baciare il famoso Brad o il tuo compagno di classe brufoloso, ma non è mica sempre piacevole.
La ragazzina non lo sa.
La mamma l'ha portata via di corsa, l'ha sgridata come se avesse chiesto qualcosa di peccaminoso, che certamente non avrà il cosaggio di chiedere un'altra volta.

"Baciami, Giacomo!" è pronto dietro al pc di Pilar.

ghghgh!


Storia riemersa da un foglio trovato nella borsa della Pilar, scritta quando ancora era bibliotecaria, braccio sinistro della collega G. e sconcia educatrice secondo la capa K.

domenica 27 gennaio 2008

Serpenti e anelli


S. si avvicina a Pilar con un quadrato di cartoncino in mano, a mo' di vassoio, su cui c'è appoggiato in precario equilibrio un serpentello sottile di pongo verde.

S: tieni maestra, è per te.
P: uh! grazie! cos' è? si mangia*?
S: è un anellino di grasso.
P: (strabuzzando gli occhi) gulp! hem... che cos'è, scusa?
...dimmi che ho sbagliato a sentire, tipregotipregotiprego...
S: è un anellino di grasso! Adesso te ne faccio altri, va bene?
P: sìsì, grazie. Questi mi mancavano.



* è evidente la fissazione orale. nonostante la (finta) dieta.

sabato 26 gennaio 2008

Tutti con la maèèèstra!


Lavorare vicino a casa è un casino.
Soprattutto se fai la maestra.
Se vai a fare la spesa, trovi almeno una nonna che ti chiede se il proprio nipotino se la fa ancora nelle braghe: "Uh signur!! La signora maestra! Richiiiiii!! Guardaaaa: c'è la tua maestraaaa!!!".
Se vai dal farmacista, trovi la mammina di turno che deve assolutamente sapere se la propria piccina piange quando la sbologna a scuola ogni giorno: "Ma piange forte o piano? Angelica, basta! Vieni via dal collo della maestra! Lasciala stare!".
Se vai dal macellaio che non t'ha mai cacata di striscio, t'accorgerai che è il papà di quel bambino che disegna solo trousse di trucchi: "Mi devo preoccupare? R, basta! Staccati dalle gambe della maestra, che sennò cade! Ho detto di staccarti!!".
E se vai in piscina il sabato mattina, sei fregata.
Al sabato mattina tutte le mamme sbolognano la prole al capofamiglia, il quale immergerà i piccini nella vasca bollente, per estrarli un paio d'ore dopo esausti e con la pelle raggrinzita. E se disgraziatamente anche tu stai uscendo dalla vasca, te li appiccicherà addosso dicendoti: "Hanno detto che è la loro maestra preferita!!(chelleccapiedi!) Ecco... devono fare la doccia... li porta dentro con lei, per favore? 'chè lei è più pratica...". E i pargoli: "Sììììì!! Tutti con la maèèèèstra!!".

Mapporc'...!

venerdì 25 gennaio 2008

Giochiamo!


Pilar è andata a vedere una partita di basket.
Lei di pallacanestro ne sa quanto di fisica astronomica.
Zero.
In due ore di partita, questi sono i pensieri che le sono passati per la testa:

oddio, quanto è difficile ma quante regole ci sono?? devi palleggiare sempre, ma... perchè ad un certo punto qualcuno si ferma??

Accanto a lei i tifosi protestavano, s'incazzavano, incitavano, incoraggiavano.
evidentemente, loro ci capiscono qualcosa
Pilar no.

si palleggia sempre. e questo è già difficile. porc'! che bòtta! oh, ma questi si menano!! che stangoni, cavolo


Pilar non è fatta per i giochi di squadra. Per un po'ha giocato a pallavolo, ma nelle partite faceva pena: si spostava quando la palla arrivava nella sua direzione, non era capace di fare le battute, dopo mezz'ora in ricezione le tremavano i polsi e non sopportava di indossare quei pantaloncini-mutandoni. O- sce-ni.

Il terzo tempo è già difficile da spiegare, figuriamoci metterlo in pratica... Toh guarda: i giocatori non sono undici!

E poi nei giochi di squadra la fatina ha l'ansia da prestazione: se sbaglia, farà sbagliare tutta la squadra. E questo è un peso insopportabile.


c'è un arbitro apposta per fermare il timer ogni due-per-tre. che noia, poveretto. uh, c'è anche Lo Spantega: fascetta al braccio... scarpe enooormi... ha anche quel coso che mettono i pugili sui denti! certo che servirebbe a qualcosa se lo tenesse in bocca...che fesso!! e quell'altro?! ha la canottiera enorme!! sembra un poncho!! e il numero dodici? è un nanetto! come fa a giocare in mezzo a quei watussi?! ahah! il sette invece ha seri problemi di acne. percarità, ragazzo, fai qualcosa!


Ecco cosa succede a portare una Profana della pallacanestro a vedere due ore di partita.

martedì 22 gennaio 2008

Figo Fastweb


Il Michele ha deciso di passare a Fastweb.
A casa Pilar manca internet da una settimana.
Le due cose sono naturalmente collegate.

L'omino Fastweb citofona un lunedì mattina, e la mamma apre il cancello e gli va incontro solerte. Dopo tre secondi torna sciabattando verso Pilar e, occhi sbarrati e mimica agitata, esclama: "E' un figo!! E' un fiiiigo!!".
Sicchè la fatina s'aggiusta il ciuffo, ingoia l'ultimo boccone di colazione e sparecchia la tavola del banchetto mattutino. Urcaurcatirulero!
Ed ecco che il marcantonio fa la sua comparsa sulla soglia di casa, col suo carrellino e la tutona blu.
Il figo sarebbe codesto esemplare: capello tinto di BiondoBrutto (appariscente e finto), orecchini d'oro su entrambi i lobi, mascellona, loquacità da uomo post-glaciazione, stivali Durango.
Un coatto.
E vabbè.


L'omone in qeustione l'ha presa in giro dicendo che "oggigiorno internet è solo uairlèss".
L'omone in questione l'ha presa in giro perchè sulla tastiera del piccì della fatina manca la lettera B e ogni tanto s'incanta la O.
L'omone in questione l'ha presa in giro perchè il caffè era amaro e concentrato.
L'omone in questione s'è dimenticato di montare un'antennina, e adesso la fatina è senza Internet. Ma bravo!


Pilar trasmette solo dall'ingresso di casa, con un filo attaccato al piccì, col regal-didietro appoggiato su un mini sgabello.
Tornerà.
Prima o poi.

mercoledì 16 gennaio 2008

Papaveri e papere. Ovvero: quel gran pezzo della Pilar


Interno scuola materna.
Giorno piovoso.
Capelli attapirati, naso intasato.
Pilar seduta sul tappetone a farsi passare le macchinine lungo le gambe da N. e a pettinare i capelli della principessa J.
Entra la cuoca col quadernone delle presenze, guarda Pilar e si mette a ridere sonoramente. Poi si rivolge alla collega dicendo: "Ma lo sai che io conosco questa ragazza da quando faceva le elementari??"
Collega M.: "Ah sì? Era carina?!"
Cuoca: "Noooo!! Ahahahah! Era GOFFA e BRUTTINA! Mamma mia, come si è sviluppata! Ahahah! Guarda un po' com'è diventata: UN GRAN PEZZO DI RAGAZZA! Era bruuutta, magrolina e goffa (aridaje...)... e guarda come s'è messa bene!".
E dopo questa discarica di commenti, la donna piglia le sue robe e se ne va ridendo.


Collega M.: "Pil, prendila come un complimento."
Pil: "S-sì. Sigh. Un complimento. Sniff."

martedì 15 gennaio 2008

I film Di Paura


Adesso, non è che il trailer di un film deve dire proprio tuttotutto... però dovrebbe perlomeno far capire di che razza di film si tratta.
Il film in questione è "Io sono leggenda".
Dal trailer non si capisce una mazza: c'è Will Smith che corre, un tizio che urla, un leone che si mangia una gazzella, New York deserta. Fine.
Dunque la fatina si cerca una recensione su internet, proprio prima di andare al cinema col suo Corazòn Espinado, e riesce a trovare questa:

Il mio nome è Robert Neville. Sono sopravvissuto e sto a New York City. Se c’è qualcuno la fuori… chiunque. Vi prego. Non siete soli…” New York, 2012. Il 90% della popolazione mondiale è morta a causa di un terribile e irrefrenabile virus, nato da quella che inizialmente sembrava essere una scoperta sensazionale della medicina moderna: un virus sviluppato quindi dall’uomo per combattere il cancro. GENERE: THRILLER.


Sicchè la Lady zampetta al cinema insieme al Mister il quale, appena prima di entrare nella sala, ha l'accortezza di chiederle, con sguardo dubbioso: "Ma... sei sicura? Non è che poi hai paura?"... e lei, di tutta risposta: "Ma dai, è un thriller! Mica sono una cacasotto!".

Ecco, appunto.
Focalizziamoci su questo colorito termine: dicesi Cacasotto una persona che va a vedere un film e poi se la fa addosso dalla paura, tanto da non dormire la notte.
Effettivamente, tale termine non si addice alla Pil.
Lei è una Babbazzacacasotto, che si differenzia dalla semplice Cacasotto per le seguenti caratteristiche:
  1. legge una sola recensione, trovata sul primo sito dell'elenco.
  2. nonostante la laurea conseguita nell'indirizzo in "Storia e conservazione dei beni teatrali, cinematografici e televisivi" (con tanto di laboratorio tenuto dall'esimio Morandini!) non capisce che il genere THRILLER contempla film ben diversi da Ocean's Eleven e Miami Vice.
  3. si fida del trailer cazzuto.
  4. non fa caso agli avvertimenti del Fratello Maggiore e allo sguardo dubbioso del proprio Matador.
  5. deride le persone terrorizzate che escono dallo spettacolo precedente.


Epilogo della serata: la lady temporeggia in macchina col suo cavaliere (il quale, a un certo punto, deve definestrarla dal veicolo), rischia di rompersi gli arti inferiori correndo a perdifiato sulle scale della cantina (noto antro buiobuio della casa), sveglia la famigliola accendendo tutte le luci del castello, dorme sì e no 4 ore, ma con un occhio aperto e uno chiuso.


...Ebbrava la fatina che fa la spavalda!!

domenica 13 gennaio 2008

Pilar, i malviventi e la dubbia carriera giornalistica


Pilar scrive per un giornale locale.
Non si conosce il motivo di tale Culo, ma le è capitata questa occasione, quindi non le è sembrato opportuno rifiutare. La fatina deve solo scrivere qualche pezzo di cronaca locale ogni tanto e un paio di storielle curiose sui paesi limitrofi, giusto per tappare i buchi delle pagine dedicate a queste cittadine un pochino noiose.
Sicchè la Pil s'è messa a scrivere quattro cazzate ogni tanto, giusto per ricordare che c'è anche lei. Così, senza troppo trasporto emotivo, la lady concedeva le sue Sacre Scritture agli occhi altrui, finchè un giorno le capitò di usare una parola.
Ora è necessaria una spiegazione. Perchè fino a quando scrivi di manifestazioni, mostre, eventi, personaggi strani... sei un semplice "spione di paese", nel senso buono del termine, percarità.
MA quando usi la parola malviventi, allora sei davvero un Giornalista di Giornale Locale.
Malviventi è stupendo.
Fa molto fumetto.
Fa molto Giornalismo Dei Bei Vecchi Tempi.

Non servono cartellini, tesserini, biglietti da visita.
E' quando scrivi malviventi che diventi un vero giornalista.

Per il prossimo articolo, cercherà di scrivere anche "malloppo", "gulp" e "era una notte buia e tempestosa".

venerdì 11 gennaio 2008

Micromocciosi


Nuovo incarico per Pilar: scuola materna.
Bèdda madre.
Ora deve rivedere tutte le regole, le abitudini... e le misure (i mocciosi sono davvero MICRO!)...

Alla scuola elementare la maestra arrivava con i lavori già preparati a casa, alle dieci emmezza si faveva l'intervallo, poi si lavorava, poi si andava in mensa, poi si giocava e poi si lavorava in classe.

Invece adesso la giornata-tipo della nuova maestra Pilar funziona così...
La fatina ritira i mocciosi dalla mensa, li porta in fila indiana in bagno, fanno la pipì, lavano le mani e cantano una canzone. Poi qualcuno va a casa. Benone.
Poi si gioca in salone: c'è la piscina con le palle di plastica, la sabbionaia, la capanna, la tenda degli indiani, la pista delle macchinine, i tappetoni per saltare e fare le capriole, i dondoli. Una figata.
Poi si rientra in classe e i più piccoli fanno un disegno o ne colorano uno fatto dalla Pil, mentre i più grandi fanno un lavoro sul libretto insieme alla maestra bellissima, giovanissima e splendentissima (sempre la Pil). Poi si fa merenda con pane, marmellata e Nutella. Poi si gioca in classe. Poi si va a casa.


Scuola materna... a vita!

domenica 6 gennaio 2008

Basta, vi prego.


Nessuno credeva alle proprie orecchie.
Mamma: Pil, stai bene?
Zia: ti senti male?
Papo: che hai detto??
Sorella: e-eh?
Cugino: come??

Pil: "Basta, vi prego. Sono piena."

Incredibile.
Oggi, alle tre meno un quarto, lo stomaco della fatina ha dato la resa.

sabato 5 gennaio 2008

La felicità è un paio di scarpe


Pilar le stava cercando da un sacco di tempo, le fetenti.
Erano mesi che, con lo sguardo allucinato, faceva la posta al QuelNegozio: le scarpe diminuivano, diamine, ma non poteva permettersele.
E'una manìa, non posso cedere!
Così, aspetta che ti aspetta... temeva di non farcela a comprarle, perchè QuelleScarpe (che NON sono quelle nella foto) sono ambitissime da ben tre categorie di persone:
1- le sedicenni fighette
2- le tardone che vogliono fare le ggiòvani
3- le sceme con l'ossessione compulsiva delle scarpe (hem.)

In barba a tutti i suoi princìpi, la fatina aveva addirittura pensato di imboscare l'oggetto del desiderio da qualche parte nel negozio, per poi tornare a ripescarle coi saldi.
Ma si sa che è una cacasotto.

Temeva persino di aver commesso il fatale errore, perdendo nientepopodimenoche UN'ORA precisa precisa a fare la coda alle casse di Quell'AltroNegozio.
Merdamerdamerda*... così temeva che gliele avesse spazzate via qualche svampitella sedicenne.
Dunque si è fiondata dentro QuelNegozio e ha cercato, cercato... ma di QuelleScarpe non c'era l'ombra.
Anche il Cavalier, per quanto cortese sia, porèllo, stava perdendo la pazienza.
Quand'ecco che, dall'alto dell'indistruttibile armatura, Egli vede il bersaglio e, senza perdere tempo a chiamare la Pilar (si sa che ora che si ripiglia quella...!), afferra l'Oggetto del Desiderio del colore perfetto e del numero esatto.
TOMBOLA!
Sono sue.
Incredibile ma vero.

Il mio tessssòroooh!


P.S.: hem... per chi volesse farle un regalo... hem... la fatina porta un 37 fatato.



* Versione volgareggiante di Mumblemumblemumble

giovedì 3 gennaio 2008

Primo


Alle ottoemmezza Pil si sveglia.
La faccia spiattellata sul cuscino, la bocca secca semiaperta, gli occhi ridotti a una fessura.
I suoi genitori stanno tenendo una conversazione sulle scale di casa, proprio accanto alla sua stanza.
"Li prendo i guantiiii?"
"Sììì, mettili, che fa freddo!"
"No, ma chellimettoaffare?!"
"E allora fai quello che vuoi!"


Ha i capelli appiccicati alla faccia, un piede gelido che penzola fuori dal piumone e la felpa del pigiama mezza arrotolata.
Doom da da di da di Doom da da di da di...


Cos'è 'st'odore?
Cotechino?
Cotechino!
Ca**, ancora cotechino.
Everybody's gonna love today, Gonna love today, gonna love today...


Si gira su un fianco.
Adesso a casa c'è silenzio.
Ma chiccavolo sta ascoltando Mika? Anyway you want to, anyway you've got to, Love love me, love love me, love love.


Rimette il piede sotto le coperte.
Dorme.
I've been crying for so loooong, Fighting tears just to carry o-oon, But now, but now, it's gone away...


Un megapetardo scoppia vicino alla finestra della fatina.
"All'anim' 'i chi t'è mmuort'!"*
Indubbiamente, il papo sa sempre come rispondere a tono.
Everybody's gonna love today, love today, love today...
Dorme.


Poi si risveglia convinta di avere un braccio morto, ma decide che non è ora di smuoverlo. "Non importa, adesso non mi serve".
Anyway you want to, anyway you've got to, Love love me, love love me, love love...


Riprende l'uso del braccio sinistro un quarto d'ora dopo, quando decide che le serve urgentemente per soffiare il naso. Il moncherino viene riesumato da sotto il cuscino, massaggiato grossolanamente e subito utilizzato.
Momma, momma papa, shock shock me, Shock shock me, shock shock...


Alle dieci si rende conto che Mika ce l'ha nella testa.
Direi che è ora di alzarsi, Pil.
Buon anno.
Doom da da di da di Doom da da di da di Doom da da di da di Doom da da di da di...




*Trad letterale dal casertano: "All'anima di chi ti è morto!"(ndP)