martedì 30 dicembre 2008

Tu che tagghi


Dai, facciamo una foto, così ti taggo!
E Pilar si dileguò.


Che cazzo di termine è taggare??!
Eh?
Eppoi, se lo dite così, suona come una minaccia.
Sicchè, in vista del primo capodanno tremendamente feisbucchiano, Pilar specifica che (e lo scrive in grassetto, per i più tordi):

  • odia sentir parlare di tag.
  • odia essere fotografata alla cazzo (tipo mentre si gratta la crapa, mentre mastica, mentre mangia il pandoro imbiancandosi faccia e dintorni con lo zucchero a velo, mentre sta per appisolarsi, mentre dorme sul divano scompostamente).
  • non aggiunge su facebook chi non la saluta se la incontra per strada e/o al supermercato.


Adesso che siete avvisati,
buon anno, vàh.

lunedì 29 dicembre 2008

Nius sparse. Sottotitolo: Chiudiamo l'anno così, alla badalucca.


Alla badalucca means "coi piedi / alla cavolo".



Pilar ha vinto alla tombola natalizia.
Non è una novità.
La vera novità è che la tombola consisteva in un puzzle di miiiillllle pezzi che riproduce il dipinto di Renoire "il ballo al mulèn dè la galèt" (come disse un suo compagno di classe che, interrogato da una prof inguainata in aderenti pantaloni di pelle, faticava a concentrarsi sulla pronuncia corretta. Ma questa è un'altra storia...).
Un suicidio.
Vogliate collaborare numerosi.


Sempre a Natale la zia ha regalato alla Fortunella un set di canovacci e un grembiule da cucina.
Lo scorso compleanno le aveva donato una tovaglia.
Quindi, secondo i suoi calcoli, il prossimo febbraio dovrà sorridere (?) all'arrivo delle lenzuola.


Pilar ha deciso di lasciare il suo poco brillante discepolo. Lo seguiva dalla terza elementare, in TUTTE le materie; oggi è in seconda media, e per fare 5 + 3 usa ancora le dita. Sforzarsi di illuminare la sua mente era come cercare di far crescere limoni in Brianza: dannatamente faticoso e inutile.


In compenso, le conoscenze informatiche di Pilar s'arricchiscono sempre più. Oggi, dopo almeno sei mesi di Uìndòus Vista, ha imparato che si può aprire una nuova finestra con Ctrl + T.
Ora l'informatica non ha più segreti.


Magie di Facebook: compagni di scuola ai tempi ritenuti principi e principesse si sono trasformati in rospi. Come mai Pilar sia da sempre rana, non ci è dato saperlo.


Le manine fatate hanno prodotto l'ultima magia culinaria: la Vellutata di Zucca.
Modestia a parte, Pilar stessa fatica a credere di essere in grado di creare cotanta bontà.
Non chiedetele gli ingredienti, perchè tanto lei va a caso.


A chiudere: il meteo.
Temperatura a Lecco: -1°.
Temperatura fuori Casa Pilar: -6°.
Da qualche giorno il Papo sta giocando coi tasti della caldaia.
Si prospetta un inverno mooooolto rigido.



Ciao.
Chiuso il teatro.

martedì 23 dicembre 2008

Io mi sa che rimango pietra.


Mesi fa, tornando annaspanti da una corsa, fratello e sorella si dicevano col fiatone:

Primogenito - Il fatto è che tutti sono capaci di scrivere, perchè basta metter giù i propri pensieri. La differenza la fa il Filo Conduttore. Io devo trovare 'sto cazzo di filo!
Pilar - E' vero: anche le pietre potrebbero scrivere quello che scrivo io. Se fossi una scrittrice, sarei capace di raccogleire tutto e farne una storia. Si vede che io la storia non ce l'ho. Quando cerco di mettere tutto insieme secondo una logica e poi non ci riesco, mi sento... una pietra.
Primogenito - ma DEVE esserci un filo conduttore che tiene insieme i tuoi pezzi più belli!
Pilar - Mh. Io non lo so quali sono quelli più belli. A me sembrano tutte scemenze anche nello stesso attimo che ho premuto Invio. Io mi sa che rimango pietra.


E' successo, grazieadio.
Primogenito ha scritto il SUO primo libro.
Il primo che dice "Adesso tocca a Pilar", verrà colto da dissenteria istantanea. Badate bene.

sabato 20 dicembre 2008

Come Pilar comanda


Dato che:
  • un biglietto costa 8 euro
  • mezzo litro d'acqua naturale costa 2 euro
  • è obbligatorio sorbirsi preventivamente 25 minuti di pubblicità*
  • nella sala ci saranno al massimo 10° (ad essere generosi)
  • alla fine non ti fanno nemmeno fare la pipì, ma ti fanno uscire dalla porta didietro come un malvivente (laddietro peraltro si raggruppano certi brutti ceffi che farebbero paura anche a Jackie Chan),

Pilar ha deciso che

non ha entrerà MAI PIU' in una multisala UCI.

Tièh.
Viva i cinemini di Lecco.


Andiamo oltre.
Come dio comanda è un film cupo, grigio, triste, crudele, cattivo, disgraziato, violento, ridicolo, comico, tagliente, volgare, misero, implacabile, brutto. Assolutamente da non perdere.
  • Scena meritevole:
Elio Germano nei panni di Quattroformaggi che, sul Garellino scassolento e con indosso una tela cerata, pedala sotto la pioggia inseguendo il suo (falso)mito erotico.
  • Suono meritevole:
She's the one, mescolata al rumore della pioggia nel bosco.




*Tra l'altro, sul biglietto c'è scritto che il film inizia 20 minuti dopo l'orario indicato... ma il biglietto l'hai già fatto, perdio!

giovedì 18 dicembre 2008

La Morte a cavallo. Ovvero: quando la follìa raggiunge vette inesplorate.


Alle sette il cellulare si mette a bippare.
Pilar si sveglia, s'allunga, si stiracchia, stropiccia gli occhi.
Beve dal bicchiere che ogni mattina l'aspetta sul comodino, poi va in bagno.
Si sente bene, riposata e serena, finchè non realizza di essersi appena svegliata da quello che doveva essere un incubo.
Ha sognato la Morte.
Per tutta la mattina rimane un po'scossa e perplessa; non tanto per il sogno in sè, piuttosto per non essere preoccupata d'aver sognato la personificazione della Paura.
Alla fine, decide di confidarsi col suo Corazòn.


Pilar: Ho sognato che la Morte veniva a prendermi. Erano dei cavalieri neri (credo due), col mantello nero, il cavallo nero e forse anche delle sciabole nere. Mi cercavano, ma io mi nascondevo in una specie di monastero... bho... a pensarci bene sembrava il chiostro dell'università, in via Festa del Perdono. Ma io non ero mica spaventata! Cioè, mi nascondevo, ma non ero terrorizzata... Alla fine mi hanno trovata, si sono messi davanti a me. I cavalli sbuffavano nel freddo. Poi mi sono svegliata. ... Allora cosa dici?



Corazòn: Orbene, se non me lo dicevi, potevi giocare i numeri al lotto. Oramai non vale più, perdincibacco!



Sigh.

venerdì 12 dicembre 2008

Buio


Che siano tempi bui per (quasi tutti), è cosa nota.
Diamolo per assodato, ok?


Adesso, gentilmente, spiegate a quella torda della Pilar perchè i tiggì intervistano dei cretini immani, che alla domanda "lei come sente questa crisi?" rispondono sospirando coi lacrimoni agli occhi:

"eh, io adesso non posso permettermi più di fare l'aperitivo tutte le sere...!"
"le pulizie le faccio da sola, perchè non posso più pagare la filippina!"
"io non posso più comprarmi vestiti firmati!"
"ora la carta igienica, i fazzolettini e i quaderni per i bambini li devo comprare al discàunt!"


Cioè: c'è gente che sta con le pezze al didietro, che non riesce a pagare le bollette nè tantomeno le rate di un mutuo a vita, che non sa come arrivare a fine mese, che non riesce a farsi una vita indipendente, che è disoccupato da mesi e lo sarà ancora per taaaanto tempo, che spera solo di non ammalarsi perchè sennò non sa come pagare i farmaci... e il tiggì bècca solo persone che non possono permettersi di fare i (finti) fighi come qualche mese fa??!!

...mavvaffanculo, vàh!

martedì 9 dicembre 2008

Come ti uso il fazzoletto


Pilar sta seduta in mezzo ai colleghi, in riunione. Bèh, "in mezzo" proprio no, perchè s'è imboscata in ultima fila... comunque sia, sta cercando di impegnare la mente in altri pensieri, allo scopo di impedire alle palpebre di calare inesorabilmente segnando la definitiva fine del suo già incerto futuro lavorativo.
Sicchè si guarda intorno.
Tutti i presenti superano le 40 primavere, tranne 3:
Pilar
La Giovane Collega Glamour
Un collega.

Alt.
Analisi del soggetto maschile singolare.
Blugginz a sigaretta.
Son gusti.
Maglioncino color lillà.
Bah. E' la moda.
Borsello a tracolla.
Mh...
Camiciola con le iniziali ricamate sul colletto. Con filo rosa.
O-oh...
Apre la cerniera della borsa con pollice e indice, mentre le altre dita rimangono tese in aria.
Sòrbole...
Prende un pacchetto di fazzoletti color lavanda...
Ma... ma...

Ed ecco, siòri e siòre, la prova del fuoco:

come ti soffia nel fazzoletto


Il soggetto in questione si soffia il naso come neanche Rossella O'Hara:

- mano sinistra conficcata sotto l'ascella destra
- gambe contorte, accavallate, cheddico: strizzate!
- mano destra sorregge delicatamente il fazzolettino con la sola imposizione dei polpastrelli del pollice e del medio, mentre le altre dita svettano altezzose in aria.
Nessun rumore, nessuno scompiglio, nessun disturbo.


Eh vabè.
Le è andata male.

lunedì 8 dicembre 2008

Il Club


  • Luogo: una discoteca triste e magari anche un po'tamarra.
  • Soggetti: i più disperati, tra i 18 e i 30 anni.
  • Scopo: studio degli usi e costumi medioitaliani.
  • Canale: comunicazione verbale, per quanto possibile.
  • Svolgimento: un intervistatore che si crede quello di Lucignolo porge sciocche domande con tono malizioso a strani personaggi disperati, che in comune hanno una e una sola cosa. La fame.

Singol o fidanzato?
gigi80: siiiiiiiiiiingòl! nessuno può togliermi la mia libertàààhh!

come dev'essere il tuo uomo ideale?
britney2: alto... moro... e fedele! non può neanche guardarle, le altre donne!

Qual'è la prima cosa che guardi in una donna?
becam23: il lato bi!! il lato bi tutta la vitaaaah!

Slip o... perizoma?
sweetcandy: tààànga, assolutamente!

Bionde... o mòre??
marcodj: bionde, more, rosse... a me van bene tutte, basta che me la dannoh!! ahahahahah!

Un aggettivo per i tuoi pettorali
tommy69: scandalosiiih!

Hai 5 minuti liberi: cosa fai?
ulkone: sèssosèssosèssohh!

Fai un appello alle ragazze che ti guardano
nickthebest: Oh, chiamatemi, vi preeego!



Pilar si augura che i soggetti di The Club, in onda praticamente a tutte le ore su All Music, siano dei bravissimi attori comici sapientemente ingaggiati per accrescere l'autostima nei telespettatori.

domenica 7 dicembre 2008

E il gelo fu


Si dice che ad unacertaetà i difetti che per una vita sono stati sopportabili ai più, diventino insopportabili per tutti. Tipo: se sei uno che parla un sacco, a sessant'anni vieni colto da logorrea logorante, sicchè tutti quelli che ti conoscono ti evitano come fossi uno del Club degli Editori in piazza Duomo.
Ecco, al papo della Pilar è successo un po'così. Ma lui non è logorroico: semplicemente, è testardo.

E quindi la storia è questa.
A Natale di qualche anno fa, la zia non sapeva cosa regalare al Papo. Dopo avergli preso decine di palline da pingpong (tennistavolo, percaritàddivina), e altrettante decine di bottiglie di liquori di varia origine e natura, la zia entrò in un negozio di elettronica ed ebbe la sciagurata idea di comprargli un termometro fighissimo, di quelli che misurano la temperatura esterna e interna alla casa, che ti dice che ore sono e che ti avvisa con un bibbìp se c'è il pericolo di gelate.
Fu così che iniziò il delirio paterno.
Perchè quel fottutissimo bibbìp si sente giorno e notte, ad intervalli di trenta secondi, e se non schiacci un bottoncino inizia a sclerare e a farsi più insistente: bibibbìp!! bibibbìp!! bibibbìp!!
E il Papo, ritenendo di essere il più scaltro esperto elettronico dell'universomondo, da quattro anni a questa parte, ogni volta che sente quel rintocco, si preoccupa, la sua pressione arteriosa comincia a dare in escandescenze e le palpitazioni si elettrizzano: "Uh! che è?? uè, siamo a meno due! ME-NO DU-E! ohmmarònn'! mmò schiaccio qui ... e vediamo s esuona ancora!"
E il termometro, incurante della digitazione paterna, dopo 30 secondi ricomincia a bippare...
"Uè! F'tiènt'! chessuoni affare??*" e pigia.
--- bibibiìp! bibibìp! ---
"all'anem'i chi t'è mmuort'!**" e ripigia.
--- bibiìp! bibibìp! bibibbìp!! ---
"oh! strunz'!" --- bibbibibibìp!! bibibibbibibìp!! ---

E via così, non si finisce mai.
Vane si sono rivelate le battute sarcastiche dei figli, vane le lamentele della dolce consorte, vani gli smontaerimonta notturni (perchè quel COSO si sente pure se lo chiudi in un cassetto della cucina e chiudi la porta, dannazione!).
Il Capofamiglia, testardo come un mulo, si rifiuta di togliere quelle dannate batterie e/o di liberarsi dalla schiavitù di tale ammenicolo.

Bèh.
All'alba delle 5 di questa mattina Pilar, scendendo in cucina a rifornirsi d'acqua naturale (semighiacciata), ha trovato il capofamiglia in pigiama, seduto sullo sgabello regale, che con gli occhi a fessuretta smadonnava contro la scatoletta elettronica...

Pilar: papo, ma cheffai, non dormi??
Papo: mannaggiallui!
Pilar: papo, dai, levagli le pile e torna a dormire...
Papo: NU! è a meno due virgola cinque, adesso vedi che non suona più...

--- bibbìp! bibibìp! bibibìp!! ---

Papo: ma vvafangùl atte e a chi t'ha fatt'!

... e il gioco ricomincia...



* trad: hey, tu, fetente che nno sei altro, perchè ricominci a spaccare le balle?
** trad: alla faccia dei tuoi predecessori!

venerdì 21 novembre 2008

Sguardi bovini


Siccome le mancano esattamente 3.75 diottrie, Pilar porta gli occhiali. Ogni tanto però, per alleggerire il nasino regale, si mette le lenti a contatto.
Per ficcare negli occhi queste lentine, le regole sono poche e semplici:

  1. lavare le mani
  2. aprire il contenitore portalenti
  3. mettere una lente sul dito della mano preferita
  4. appoggiarla delicatamente sull'occhio
  5. ripetere l'operazione per l'altro socio
  6. chiudere il contenitore

Fine.
Invece no!
Pilar non può mica far filare tutto liscio, chevvicredete!?

Allora, intanto vedere qualcosa oltre il proprio naso senza gli occhiali è già cosa ardua... se poi devi trovare un microdischetto molliccio e dannatamente trasparente, la cosa diventa un'impresa di dimensioni titaniche.
Con la delicatezza che caratterizza una Lady, poi, una volta trovata la lente che sguazzava felice nel contenitore, due sono le cose che capitano più frequentemente:
#1: la lente si piega su se stessa e s'appiccica, sicchè la Pilar deve mettersi lì (nella nebbia della miopia e quindi con aria da stordita cronica, che prevede la bocca semiaperta e gli occhi da mucca) a cercare di staccare i due lembi senza rovinarla del tutto
#2: la lente cade dal dito fatato, porcalaeva, per finire nonsisadove nei paraggi del lavandino e lì... eh, vattelappesca.
Evabèh.

Oggi però è successo un altro imprevisto, degno di essere annotato negli annali dei Rincoglioniti-da-lente-a-contatto...
Pilar è in bagno, con il contenitore delle lenti appoggiato vicino al lavandino.
Prende la scatoletta delle lenti nuove, la apre e se le mette.
Tutto a posto.
Poi però s'accorge di avere ancora un po'di mascara sulle ciglia, sicchè decide di togliere le lenti, metterle nel loro contenitore, struccarsi meglio e rimettere le lenti nuove.
Sèh.
Allora apre il contenitore, ci mette dentro le lenti nuove, e richiude.
Si strucca, riapre il contenitore... ma... sorpresa! Nel portalenti ci sono QUATTRO lenti a contatto!
Ohibò.
S'è dimenticata di levare quelle vecchie, prima di mettere quelle nuove.
Babbazze si nasce, chevvicredete.
Allora cosa fa?
L'unica cosa che le è sembrata intelligente fare: si mette lì e le stacca una ad una.
Poi, sempre brancolante nel buio della cecità, comincia a provare prima una lente... poi l'altra... poi l'altra ancora... naturalmente con l'immancabile sguardo bovino e l'espressione da ipodotata che oramai la contraddistinguono.


...eh, ma arriverà il giorno in cui si farà una bella operazione a quei fanali...!

martedì 18 novembre 2008

Mai scomodare i Santi


A casa Pilar la situazione è questa:
- il Capofamiglia, dopo un'infanzia trascorsa in seminario, è diventato ateo.
- la Capafamiglia, dopo un'infanzia passata a letto perennemente malata, è profondamente religiosa, ma non praticante.
- il Primogenito, ateo, è stato battezzato solo dopo un colpo di mano dei parenti Diggiù: spaventati dal possibile futuro Anticristo, tesero una retata e lo fiondarono nell'acquasantiera. Poi tornarono a casa.
- la Secondogenita, Pilar, non è battezzata, perchè la nonna Diggiù riteneva le femmine una sventura nella genealogia familiare. Dopo un breve avvicinamento alla chiesa cattolica, stava per diventare buddsita. Poi ha creduto nella reincarnazione, ma finito il libro (del quale si omette volontariamente il titolo, perchè era una magnifica stronzata) è finita anche la sua religiosità. Da allora, diciamo che se ne sbatte.
- la Terzogenita, accolta come un incidente di percorso, idem come sopra.


Tutto questo preambolo per dire quale pensiero profondo?
Bèh.
Stamattina a colazione Pilar leggeva la posta del giorno precedente (la puntualità è ciò che più la contraddistingue)...


Pil: mami, c'è una non-ben-definita-associazione che vuole i nostri soldi.
Capa: Butta via.
Capo: (che si ritiene interpellato a priori, comincia il delirio...) noi doniamo solo a L'Unità e a... san... san... san giuliano! No, ashpèt', cumm' s' chiam'... san gennar'... NO! San Vingènz'... NO! Santantonio... NO! San ... San... San Marcellino... NO, chestoddicènd'!?
Pil: ---
Capa: ---
Capo: Sammichele... NO! Sant... sant... OHMMARòNNAMIA! Cumm' cazz' s' chiamm'??
Pil:---
Capa:---
Capo: E' quel santo con quell'animale...
Capa: (con sguardo di commiserazione) Tesoro... è San Gaspare del Bufalo.
Capo: Sì! ECCOLO!! ...evvafangùl'!!

Ecco.
Poi uno si chiede da dove è venuta Pilar...

mercoledì 12 novembre 2008

Stilnovismo '08


chi ha finito il glitter??
dove sono i nastrini dorati??
io l'anno prossimo mi faccio monaca e vivo di elemosina. 'fanculo alla crisi, 'fanculo alla gelmini
ho speso 5 euro per una manciata di fiocchetti dorati scozzesi, ma ne vado fiera
tanto lo scozzese tira tantissimo, quest'inverno
dov'è il glitter????
a Erba fanno un cineforum fan-ta-sti-co, ai livelli di Milano
mavalàh, a Erba fanno solo film di Natale. tristissimi.
non è che per giustificare un'assenza devi scrivere chissàccheccosa. e poi "lezione"si scrive con una zeta, cazzo, lo sanno anche le pietre che -zio e -zia ne hanno solo una!
dove cazzo è finito il glitter???
chi chiede duecentomila euro per un bilocale in un paese di merda dovrebbe essere denunciato.
porcaeva, ho il registro puro e illibato. se mi scopre la preside mi crocefigge in sala mensa.
B. ha dato un pugno sul naso ad H. , ma grazieadio erano fuori dal cancello della scuola. echeccazzo.
se non salta fuori il rubaglitter faccio una strage!!! capitoooh??!




dlin dlon
Dopo 7 ore a contatto con degli scaccolenti scalmanati e 2 ore in riunione coi genitori, è caldamente sconsigliato rinchiudere una banda di maestre sciamannate in compagnia di glitter, campanelle, fiocchetti, vasetti, treccine, figurine, stelline, muschi, renne, tovaglioli, colla vilinica, alberelli, madonne sangiuseppi e gesù bambini.
Perdipiù senza viveri.

mercoledì 5 novembre 2008

Il calzino è vita (ossia: come perdere la dignità su un tappeto rullante)


C'è qualcosa che spinge Pilar all'autodistruzione.
Un po'come quando ha scelto di iscriversi a Scienze dei Beni Culturali, o come quando ha deciso di fare la maestra.
Ecco, questa è un'altra delle sue cazzate immani: s'è iscritta ad un corso di bici e corsa. In acqua.
gasp
Sicchè, ogni sacrosanto lunedì, s'infila il costume da bagno, la cuffia, i calzini e s'immerge nella vasca della piscina. I calzini, sì, non s'è sbagliata: alle 18 e 30 di ogni lunedì la tenuta di Pilar (e non solo, graziealcielo) consta di:
- un costume da bagno intero altamente diserotizzante
- una cuffia in lycra dove si cerca (invano) di raccogliere la selvaggia chioma
- lenti a contatto (sia benedetto l'inventore)
- calzini a righe gialle.

Sull'utilità di questi ultimi ci arriveremo. Intanto pazientate.

Si comincia la lezione sulle note di firulì firulà. Sicchè la Pilar mi parte motivata, e cavalca la ciclette tenendo il ritmo come neanche Sofia Boutella.
Sèh.
Tempo 40 secondi e il fiato comincia già a venir meno.
Ma concentriamoci sulla lezione: la Lady è immersa nell'acqua fino alle spalle, in piedi su una siclèt che, al posto dei pedali, ha delle megapinne blu (peraltro fin troppo grandi per il suo piede fatato).
La lezione prevede pedalate a tutto spiano e l'uso di altri aggeggi infernali atti a minare irrimediabilmente la stabilità psicologica delle vittime, come ad esempio un mega cotton fioc usato a mo'di remi.
Sì, seriamente.
Si tiene a precisare che la spiegazione non è all'altezza della visione dal vivo.

Dopo mezz'ora, ecco che mi entrano in gioco il calzini: inizia il tappeto rollante.
Scesa dalla bici, si sale su questo... questo... coso, che deve essere immerso nell'acqua da ogni singolo concorrente. E a Pilar ci vorrebbe un apposito corso propedeutico.
Ma andiamo oltre.
Si diceva: a cosa serve il calzino?
Ebbene, il calzino serve a non perdere quel briciolo di dignità rimasta.
Perchè la corsa in acqua è cosa ardua. Ma se fatta senza calzino diventa impossibile e un pochetto pericolosa, perchè i piedi, per fatati che siano, possono scivolare. E se si scivola nell'acqua, è difficile trovare prontamente l'equilibrio. E se non si ritrova l'equilibrio perduto, potrebbe capitare di pestare il grugno sul mancorrente del tappetorullante, come direbbe la Francina.
Sicchè, il calzino, cari miei, non è un feticcio.
Il calzino è la vita.



Illustrazione creata dalla fatina in personapersonalmente.

giovedì 30 ottobre 2008

Le Nuove Stronze (a volte, disgraziatamente, anche le Pilar ritornano)


Hey, tu.
Tu, somma stronza che frequenta il corso in piscina insieme alla Pilar e alla sua amica di sventura.
Tu, che credi che andare in piscina un'ora alla settimana equivalga automaticamente a perdere tutti quei chili assunti dopo un'adolescenza passata a pranzare con la cazòla e a cenare col Mars.
Tu, che hai la stessa (non)agilità della Pilar, ma la guardi come fosse l'unica a non sapere comecazzosifannotuttiqueimovimenti.
Tu, che guardi con aria schifata la Lady quando gira attorno al tappetorollante come una foca idiota, cercando di aprirlo (e quel dannato coso non si aprirà MAI porcalaeva).
Tu, che quando finalmente Qualcuno si degna di dare una mano alla fatina, hai uno sguardo tipo: "Ecco, gli uomini ti aiutano perchè sei piccola e giovane... ma aspetta di arrivare alla mia età...!".
Tu, cara la mia brianzolotta inacidita e incazzata col mondo per averle fatto venire il didietro romboidale... quando anche tu scivolerai sul tappetorollante pestando il grugno sul corrimano, bèh, la prima sonora risata che sentirai sarà quella delicata della tua fatata e leggiadra compagna di corso.
Tu, tu mi stai sulle balle.


Tu, cara collega che ha passato quarant'anni a insegnare ma che tu, coi voti che ti ritrovavi, avresti potuto permetterti molto di meglio, MA...
Tu, che insegni scienze dai libri e ti scandalizzi quando un'altra maestra porta un pesce "vero" per mostrare ai bambini come è fatto.
Tu, che sai perfettamente che l'anno prossimo sarai nella merda, ma non scioperi perchè non posso perdere una mattinata di spiegazione, e perchè son soldi che ti trattengono e poi questa è diventata una cosa politica e io non ci sto.
Tu, tu mi stai sulle balle.


Tu, mamma col passeggino.
Tu, che strumentalizzi tuo figlio per farti largo tra la folla.
Tu, che usi a mo' di asfaltatrice quel macigno con quattro ruote motrici, una capòt, due zaini, una borsa Luìvuìttòn, un ombrello e due sacchetti della spesa.
Tu, che anzichè chiedere "permesso" usi il passeggino per triturare le regali caviglie della Pilar.
Tu, tu mi stai sulle balle.





Bon. Ci voleva.



Adesso si apre il toto-corso-in-piscina-della-Pilar.

sabato 25 ottobre 2008

Alt.

Chi taglia la scuola ai bambini, taglia il futuro del Paese.

Da oggi, 25 ottobre 2008, il blog di Pilar entra in sciopero.

Le comunicazioni sono interrotte fino a data da destinarsi.

mercoledì 22 ottobre 2008

Grazieadio è rinsavita.


Un anno fa, Pilar saltellava istericamente attorno al suo Bandolero Stanco: la fanciulla cercava invano di convincerlo di aver fatto la più grande scoperta nella storia della moda fèèsciòn...

oddio, oddio, ho visto gli stivali più bellissimissimi del mondo!! E pensa: non li ha nessuno!!! Cioè: nessuno, a parte Jennifer Aniston!! Allora li ho cercati su internet, perchè questi sono trooooppo avanti e non ci sono in nessun negozio. E bèh, su internet ci sono, ma costano uno sproposito, checcavolo, perchè arrivano direttidiretti dall'Australia, sìsì, proprio la terra dei canguri e dei sèrfisti, nèh! E allora sono andata nel negozio più fico di Milano e LI HO TROVATI, sìsì, e mi stanno DA DIO: sono tutti belli pelusciosi... solo che anche lì costano un bòtto. Insomma, mi sa che ci devo mettere una pietra sopra oppure donare un rene. Anzi, un'ovaia (che tanto mi stanno sulle balle). Anche perchè sono così avaaaaanti che non esistono nemmeno le imitazioni! Sìsì: niente taroccamenti!...

Lo sproloquio proseguiva mediamente per 10 minuti, durante i quali la fatina cercava di convincere Povero Cristo ad andare in Australia per comprare gli stivali più fichissimissimi del mondo.
Quando andava bene lui rispondeva: sèh.
Se era in vena di chiacchiere, diceva invece: sono orrendi.


Due fine settimana fa, i due erano in giro per le vie di Monza (aka "Il Feudo Degli Zarri") e pensate un po', TUTTE le adolescenti dalla criniera piastrata, le curve di una mazza di scopa e felpina Abercrombie avevano ai piedi QUEGLI stivali.
Soffermarsi su TUTTE e QUEGLI, per cortesia.
Inutile aggiungere che a Pilar è passata istantaneamente la Febbre da Ugg.

Dlin dlon
Riflessioni serali:
1- due settimane fa, a Monza, erano in giro tutti in maniche di camicia. Faceva calduccio. Dentro quegli stivali ci sarà certamente stata una temperatura che pure la muffa del Gorgonzola li avrebbe schifati. Però Esse fanno le vamp. O vamps.
2- Pilar è troppo avanti.
3- Quegli stivali sono decisamente orrendi.

lunedì 20 ottobre 2008

Dio, grazie d'avercela mandata.


Parole sante.
E non serve aggiungere altro.


(bisognerebbe però imparare a caricare 'sti diavoli di VIDIO, maèèèstra!)

martedì 14 ottobre 2008

Adesso che lo sai



Al termine della riunione di questa mattina, la solerte Pilar rileggeva i suoi appunti :

- la tua mamma, dopo milllle anni di onorato servizio, può essre spedita in un qualunque paese della provincia.
- le maestre part-time non esisteranno più.
- le scuole di montagna con meno di 50 alunni spariranno. I genitori dovranno accompagnarli personalmente nelle scuole limitrofe.
- niente più pomeriggi. Se le famiglie ne hanno bisogno pagheranno un'insegnante, sennò se ne vanno alle private.
- se ti ammali per 1 giorno, te lo decurtano dallo stipendio. Se ti ammali per 10 giorni, ti decurtano pure quelli. Per più d 10 giorni, invece, non ti decurtano una mazza. Questo è quello che viene chiamato "La Dura Lotta Contro Gli Assenteisti". Minchia. Mi sa che hanno fatto male i conti.
- tu, misera precaria del cazzo, non lavorerai più, perchè Mister B. ha detto che lui i precari non li considera proprio (anche perchè sarà già abbastanza impegnato a tenere a bada 800.000 insegnanti disoccupati).
- cerca un altro lavoro, percaritàdivina.

venerdì 10 ottobre 2008

Presenti e Assenti


Pilar: ok, concentrati.
- F: sìsì, ci sono.
Pilar: dimmi... ... l'indicativo presente di ESSERE
- F: io ero, tu eri, egli era...
Pilar: no, aspetta, abbiamo detto...
-F: NO! lo so, lo so!! non dirmi niente, maèstra, che lo so! mi ero dimenticato. allora, il presente... il presente... io sono, tu sei, egli è... ...noi eravamo, voi eravate...
Pilar: no, dai, mi hai appena detto che il presente dice qualcosa che facciamo adesso, quindi...
- F: ci sono! senti...

io adesso
tu adesso
egli adesso

...

...maèèstra, perchè hai quella faccia??

sabato 4 ottobre 2008

Mamma mia! (sottotitolo: povero il Bandolero, povero)


- Pil: stasera c'ho la minigonna. Andiamo al cinema?
- El Bandolero: qual'è il collegamento tra le due cose?
- Pil: non potresti capire...
- El Bandolero: ok, ma cosa andiamo a vedere? Quello con Adam Sandler?
Pil: CHE COOOOOSAAAHH??! - disse la fatina alzando il sopracciglio sinistro - Io quella boiata non la guardo neanche sotto tortura! Piuttosto... c'è Mamma mia!
- El Bandolero: ah, ok, se per te è fondamentale vedere 'sto film... andiamoci. Tra l'altro hanno fatto un bel servizio al tiggì: pare che Meryl Streep sia fenomenale... - disse l'accondiscendente e ignaro cavaliere.

I due entrano nel cinema.
Pilar scalpita, cantando Firulì firulà.
Il Bandolero comincia a nutrire sospetti.
Quando la bigliettaia-inserviente-maschera-barista indica l'ingresso in sala, Pilar zampetta intorno al Mister, battendo le mani ed elargendo baci come fossero pop corn.
Il Bandolero ora è sicuro: sul collo sente il fiato della Fregatura farsi più insistente.

- Pil: sai che non pensavo sarebbe stato così facile convincerti a vedere un miusicòl?!
- CO-SAAAAH?? E' UN MIUSICò-ò-ò-L?? - disse El Bandolero dopo un attimo di smarrimento.

La lady si blocca in mezzo alla sala, tra una poltroncina e l'altra, gli occhi sbarrati, la bocca ferma in una smorfia inquietante:- Fammi capire: TU - NON SAPEVI - CHE - MAMMAMIA - FOSSE UN... MIU - SI - CòL???
Sòrbole*! Avevo dimenticato questa tua.. questa tua... ORRIBILE, OSCENA, FOLLE, INGUARIBILE PASSIONE PER I FILMDIMUSICA! - disse l'incupito malcapitato che, abbandonatosi disarmato sulla poltrona, getta uno sguardo al resto della sala, scovando altre palesi vittime le quali, alla fine del primo tempo, esclameranno tra lo schifato e lo sconvolto:

- eh, ma cazzo, è solo musica!
- ecco, adesso che ne abbiamo visto un po', possiamo andare a prendere una birra al bar qua fuori??
- ma che schifo di canzoni sono?? sono vecchie!!
- oh, ma 'sti sottotitoli io non riesco mica a seguirli tutti!!


Povero Bandolero, povero...


dlin dlon

I signori Bandoleri sono pregati di ammettere almeno a loro stessi di essersi divertiti da pazzi, di aver tamburellato il piedino al ritmo di Gimme gimme, di aver trattenuto grasse risate nel vedere Pierce Brosnan con la panza cercare fare il damerino, di avere invidiato la Meryl per tutti quei salti ginnici che Lorsignori non facevano nemmeno all'età di 6 anni e di essersi convinti che, dopotutto, sposarsi a piedi scalzi su un'isoletta sperduta nel limpido mare greco al ritmo di Mamma mia! non è poi così assurdo.




* Alzi la mano chi crede he il Mister abbia davvero detto Sorbole.

venerdì 26 settembre 2008

Left of the middle


Era un pomeriggio di settembre di qualche anno fa.
Ora che ci pensa, doveva essere per forza il 2005.
Era finita da poco una vacanza quantomeno orrenda, tanto che aveva lasciato il suo moroso prima di tornare a casa. Una stronza? Forse sì, ma non bisognerebbe mai giudicare, senza conoscere prima come sono andate le cose. E comunque, sarebbe un'altra storia.
Restiamo a quel pomeriggio di settembre, con Pilar seduta ad un tavolo dell'aula studio insieme alle compagne di merende, il sole appena tiepido che filtrava dalle finestre e che illuminava leggermente il giardino interno dell'università. Era appena passato il suo ex (che orrenda definizione), che con un gesto tanto plateale quanto indelicato le aveva rovesciato sul banco tutto quello che era rimasto a casa sua. Compresa una gomma per cancellare. Pilar era rimasta prima inebetita, poi imbarazzata, ma alla fine, quando capì che stava per mollargli un manrovescio, aveva raccattato quello che le apparteneva, l'aveva infilato distrattamente nella borsa e, salutati tutti, se ne era andata.
Non aveva più nulla da studiare.
Aveva finito la tesi.
Aveva trovato il coraggio di troncare una storia che non andava proprio.
E si sentiva una merda.
Non per il fatto di aver spezzato il cuore a lui, piuttosto perchè non aveva alcun rimorso.
Nessun rancore, nessuna lacrima, neanche un pezzetto d'odio.
Mentre cercava di non darsi della stronza (perchè se l'era cercata, eccheccazzo!), decise di non prendere la metro, ma di andare a piedi fino alla stazione di Porta Garibaldi.
Attraversò il centro di Milano strattonata dalla gente che usciva dagli uffici, senza nemmeno guardarla. Lo sguardo dritto, il mento un po'imbronciato, la borsa tracolla che urtava ritmicamente un fianco. Si lasciava trascinare, con noncuranza.
Una parte di lei sentiva il bisogno di piangere, ma un'altra Pilar le suggeriva di gridare un sonoro vaffanculo. Non fece nessuna delle due cose. Piuttosto, cominciò prima a camminare più velocemente, e poi a correre. All'inizio era una corsa frammentaria, interrotta dalle troppe persone che invece non avevano alcuna fretta. Poi il passo diventò sempre più svelto, isterico, cattivo. Attraversava le strade senza controllare i semafori, urtava le spalle della gente e se ne fregava. Correva come una matta. Le suole delle scarpe da ginnastica, consumate da un pezzo, scivolavano silenziosamente sul marmo dei portici, sulle passerelle di legno dei lavori in corso, sulle aiuole coperte dalle prime foglie gialle.
Arrivata all'ingresso della stazione, si fermò.
Le mancava quasi il respiro; aveva le stringhe delle scarpe slacciate, la cintura tutta storta, la camicetta mezza sbottonata fuori dai jeans. Era sciupata, scapigliata e affannata.
Però si sentiva bene.
Sì, stava benone.
Lo sguardo le cadde sulla vetrata che circondava le pareti del vecchio edificio.
Rise un po', poi si legò i capelli sulla nuca, rimise la camicia nei jeans, sistemò la borsa sulla spalla e, ancora con le stringhe slacciate, si avviò verso il binario 16.
Incastrati gli auricolari dentro le orecchie, tenne premuto il tasto play per un po', e il lettore mp3 decise di far partire Left of the middle*.
A caso, naturalmente.
Però la fece sentire ancora meglio...



* Naturalmente, adesso andate a scaricarvi 'sta canzone da qualche parte... e poi inizierete a prendere in giro...

venerdì 19 settembre 2008

Parola d'ordine: assecondare. Sempre e comunque!


Maestra, posso raccontarti una cosa?

---Ok.

Eh. C'era un cavaliere che si chiamava Tesso. Anzi, no. TESEO. Che era grande e fortissimo. Poi c'era una che si chiamava Arianna, che stava in un labirinto.

---Perchè stava in un labirinto?

Perchè il suo papà era un minotauro, quindi aveva la testa di toro, quindi era nel labirinto.

---Ah già. Non fa una grinza.

Allora Teseo vuole liberare Arianna, e Arianna gli dà un filo.

---Allora Arianna e Teseo si conoscevano già?

Sì, erano stati a una festa. Che c'era anche Dedalo.

---Dedalo?

Sì, ma qui parte un'altra storia, che se vuoi te la racconto dopo, adesso finisco questa.

---Sèh.

Allora, Arianna dà un filo a Teseo e lui trova la strada per uscire dal labirinto. Così esce e se ne va via.

---Ma perchè era entrato nel labirinto?

Eh, perchè c'era Arianna.

---Allora perchè esce dal labirinto senza Arianna?

(pensa, pensa...) Bè, si vede che non era poi tanto bella!

mercoledì 17 settembre 2008

Vocabula tu che vocabulo io


In una conversazione con questa povera interlocutrice, Pilar è stata capace di snocciolare termini come
sciamannata
e
impensierisce


E'stata una notte buia e tempestosa.

lunedì 15 settembre 2008

Dah dah!


Pilar sta facendo colazione in cucina.
E'seduta al suo posto, quello incastrato tra la porta e il frigorifero.
Sorseggia il succo alla pera, e ogni tanto dà una sgranocchiata a un Pandistelle.
Quando allunga il braccio per prendere un biscotto, si accorge che dall'altro lato del tavolo c'è un marmocchio. Uno di quelli col bavaglino e la testa tonda che pesta goduriosamente le mani smarmellatose sul tavolino del seggiolone.
Splat splat!
Pilar getta uno sguardo torvo sulla stanza.
Nessun altro in cucina a parte loro.
Dah dah!
Sicchè, chiede le doverose delucidazioni alla madre, che risponde dal piano di sopra:

Pil: Maaaa'!!? Da quando ho un fratellino??

Madre: Fratellino??

Pil: C'è un moccioso, qui in cucina!

Madre: Ma Pil!! Cosa dici?! E' tuo figlio!!





E la fatina si sveglia.
La maglietta del pigiama appiccicata alla schiena.
I capelli ingarbugliati intorno al collo.
La bocca drammaticamente felpata.
Lo stesso affanno del dopocorsa.



Dlin dlon!
Pil, fai una cosa utile alla tua salute mentale, per favore: domani mattina, fiòndati di buon'ora dalla farmacista Occhiblù.
Sù, da brava.

lunedì 8 settembre 2008

Le gatte e La Volpe


Ieri notte, appena terminato il concerto di Bennato, Pilar e l'amica Luci eludono scaltramente ogni sorveglianza e, con un'agilità che neanche Occhi Di Gatto, riescono ad addentrarsi nella Zona Offlìmiz, quella riservata a tre persone soltanto:

- Bennato
- la bènd
- il mènager.

...fico!
pensa Pilar.
...adesso mi faccio fare l'autografo e lo regalo al mio papà!


Le due giovani dalla testa umidiccia* si appostano al buio, fuori dalla tenda dell'artista.
Sono talmente vicine che lo vedono mentre si cambia le braghe.
Pessime, le mutandazze azzurro puffo!
...
Che idea!! mi faccio scrivere: "A Michele, che faceva ballare Pilar."
sìsì, così il papo si commuove e rimpiange di non avermi accompagnata.
tzè!

E dalla tenda blu fa capolino Lui, quello che ha fatto saltare la piccola fatina con "luièilgatto, ediolavòlpe, siamo in societàààh" e l'ha fatta pure scodinzolare con "vivalamamma".
Eccole, Pilar e la sua altrettanto speranzosa amica, proprio di fronte a lui...
Edoardo, scusa...
NO! RAGAZZE, NO!

E se ne scappa in macchina.

Pilar è ammutolita.
Luci è disarmata.
Si voltano.
Si guardano.
'orcaeva, che stronzo!!

Fine dell'idilliaco incontro.


*perchè è risaputo che, nonostante le più rosee previsioni meteo, durante la festa di Lucio Battisti piove. SEMPRE.







(Foto bai Pilar)

giovedì 4 settembre 2008

La volpe e la fatina


Questo fine settimana, nel paese dove vive la fatina, ci sarà l'annuale ricorrenza di Lucio Battisti.
La Festa-Al-Morto, per intendersi.
Per l'occasione, questa domenica Eduardo Bennato terrà un concerto gratuito nel parco della villa comunale.
Dovete sapere che il Papo di Pilar, quando la fatina era piccina, la faceva ballare sulle sue spalle al ritmi di "quantafrettamadovecorrido-ve-vai" e "vivalamamma". Pilar si divertiva come una matta, e anche se adesso è cresciutonaonaona, quando ha saputo dell'evento ha spalancato gli occhi fatati ed è corsa ad informare il genitore...

Pil: papo!! Lo sai che domenica viene Bennato a cantare?? E' gratis!
Papo: sìsì, lo so.
Pil: che bello! Ci andiamo? così balliamo insieme, come quando ero piccola!!
Papo: no.
Gulp!
Pil: ma... ma... ma perchè??!
Papo: non esiste. io non vengo.
Pil: maddai, papo!! per una volta che facciamo qualcosa insieme!
Papo: non posso proprio.
Pil: sigh... sniff... ma... ma... perchè????
Papo: ho il torneo di tennis tavolo!

E la fatina si ritrova così: surclassata da una partita di pingpong tra ultrasessantenni.

Sigh!

martedì 2 settembre 2008

Cercasi lavoro. Più o meno disperatamente.


Chissà perchè, ma ogni governo che arriva mette mano alla Scuola.
Si vede che la trovano irresistibile.
Solo che non è che pensano a distinguersi dai precedenti (cretini, perchè ciascuno addita gli ex come scansafatiche) provvedendo a dare ordine a un settore da sempre sottovalutato, spremuto, tagliato e sacrificato.
No.
Cambiano le cazzate.
Sì, ha proprio scritto cazzate, signori e signore.
In che altro modo le chiamereste, voi, queste "pensate":

- cambiamo i voti! Basta con Ottimo/Scarso/... La scuola deve essere svecchiata! Adesso i voti saranno (rullino i tamburi!)... 4 / 5/ 6/ ...8! Uh cielo che rivoluzione!

- Ci sono troppi insegnanti? Nessuno va in pensione (mavà?!)? Ci sono troppi laureati che non lavorano? IDEA! Tagliamo! Lasciamo un' insegnante sola per ogni classe! Ah, già che ci siamo: via anche tutte quelle maestre per i bambini-coi-problemi e per gli èstracommunitari, che tanto si possono lasciare lì da soli, e stanno buonibuoni.

- Ci sono insegnanti preparatissimi che però non hanno lavoro? Soluzione: si tolgono i corsi che permettono di avere l'idoneità all'insegnamento, perchè no?! Così risparmiamo anche un altro po'di soldi. Che son tempi duri, questi. Nessuno compra più. I bamboccioni non comprano casa, stanno tutta la vita da mammà.

Eh sì. Menomale che ci pensano loro a svecchiare questa brutta scuola.

giovedì 28 agosto 2008

Navighetor


Pilar ha convinto il suo Corazon Espinado a fare una gita a Grasse, cittadina francese dove è stato ambientato il film (prima il libro, sì, cari saputoni) Profumo, che le era piaciuto proprio tantotanto.
Avendo lasciato a casa il navigatore, al Bandolero non resta altro da fare che consegnare le sorti del viaggio nelle mani della Lady Navigatrice che, cartina alla mano, conduce il malcapitato fino al paesello.
Una volta arrivati a destinazione, parcheggiano e, macchina fotografica alla mano, s'incamminano alla scoperta delle vie in cui è stato ambientato il film.

Lord: questo castello ti dice quaclosa?
Pil: mmm... noh.
Lord: però non è male... mettiti lì che ti faccio una foto.

Lord: però è strano, eh: sulla guida c'è scritto che è una cittadella dove hanno sede molte case di profumi... però qui ci sono un sacco di parrucchieri...
Pil: ehggià. Strano! guarda, fai una foto laggiù, che mi piace quello scorcio!

Lord: e questa villa? sembra importante... non si vede nel film?
Pil: no. non mi pare proprio.
Lord: cia', va', mettiti in posa che almeno facciamo un po'di foto...

Lord: ecco, lo sapevo: qui non c'è niente di niente! sta' a vedere che il film lo hanno fatto a Cinecittà!
Pil: certo che è strano, sai... nel film sembrava che il paese fosse su un'altura, in mezzo ai campi... invece qui siamo in pianura... e poi, mi ricordo delle viuzze strette e ripide... ma qua ci sono strade normalissime... proviamo a cercare l'ufficio del turismo, va', che magari la zona antica non è questa...

...e i nostri amichetti passano proprio davanti all' Hotel de Ville (ossia il municipio) di... Mouans Sartoux!

Il Corazon gela con lo sguardo la delicata fanciulla.
Pil: o-ops!
Lord: MA SEI INCORREGGIBILE, SAI??!! EH, MA CAZZOOH! ADESSO DAMMI QUELLA CARTINA DEL MENGA, TORNIAMO ALLA MACCHINA, E NON RACCONTIAMO A NESSUNO DI QUESTA PILARATA*!!
Pil: ma... ma... ma scusa, daiiiih!



*Date le passate esperienze, dicesi PILARATE le cazzate combinate da Pilar.

mercoledì 27 agosto 2008

Risolleviamoci


Eh, cos'è 'sta storia che quando una va al mare di qua non ci passano neppure i soliti quattro scalcagnati?
Vabbè.
Risolleviamo le sorti di questo quantomaiinutile blog.
Raccontiamo che ha combinato la Pilar.

Ebbene, la Lady è stata a San Remo.
Cioè, lì ci bivaccava, poi era altrove.
Tipo: al mare con la Rude Faunista (cheppoi, tanto rude non è) e la sua compagna di cruciverba in bianco. Oppure sulla Cruasèt, a scoprire che Roman Polanski ha la manina grande come la sua. O in Rollerblade sul lungomare di Nizza, dopo aver perso qualche pezzo di costume tra le onde. Ma anche a Grasse, a scoprire che il film Profumo non è stato affatto girato lì (ma però fa niente, è bello lo stesso). Oppure al Casinò, a giocare 5 pezzentissimi euri, per il solo piacere di sentire due monetine (DUE!) tintinnare nel vassoio delle vincite. E a Villefranche, dove i bambini non fanno la pipì in mare NOOOOHH, non sta bene! Meglio farla sulla spiaggia, proprio dietro al tuo asciugamano.
E poi...
... e poi avreste potuto trovarla anche qui, martedì 26 agosto 2008, tra le 19:25 e le 23:40, mentre scopriva di essere praticamente l'unica in tutto lo stadio a saltare, ballare e cantare come una matta, in mezzo a una marea di francesi impettiti e ordinati come soldatini.
Tzèh!

giovedì 14 agosto 2008

Esilio estivo


Fratellonzo: ma dove devi andare?? in esilio??
Pilar: no, solo in vacanza.
Fratellonzo: dove?
Pilar: San Remo sarà il pièdatèrr, poi ci si sposta in Francia.
Fratellonzo: e lì che temperatura credi di trovare?? Ti sei portata felpe, la giacca, tre paia di scarpe da ginnastica, il pigiama pesante, tre paia di ginz, tre cinture, due cappelli...
Pilar: non si sa mai: una lady deve essere pronta ad affrontare anche le situazioni più estreme.
Fratellonzo: tre teli per il mare???
Pilar: uno è quello ufficiale, il secondo è quello di ricambio, il terzo è per la doccia.
Fratellonzo: dodici paia di calzini??
Pilar: uno al giorno, più due di scorta.
Fratellonzo: sette costumi da bagno???
Pilar: sì, per poter combinare il pezzodisopra con quellodisotto, così sembra che ho un costume diverso ogni giorno!
Fratellonzo: e in quello scatolone cosa c'è?
Pilar: derrate alimentari! Pane, biscotti, caffè, pasta, zucchero, sale grosso, sale fino, olio, origano, sugo...
Fratellonzo: temi che a San Remo non ci siano supermercati? ...e in quell'altro scatolone?
Pilar: lì c'è tutto per la pulizia: Cif, guanti di gomma, spugna, spugna per i piatti, detersivo, straccio per pavimenti...


A questo punto, non riuscendo più a sopportare di essere schiacciato da cotanta capacità di organizzazione, il Primogenito esclama:

Fratellonzo: 'caeva...! (...) Ma non riuscirai MAI a caricare tutto su quella macchinina...!


Adesso che il guanto di sfida è stato lanciato, la Lady non può certo tirarsi indietro: caricare tutto in macchina sarà l'ennesima dimostrazione della superiorità della fatina sulla disorganizzazione del maschio di casa.... Tzè!





(Quanto ci fate che domani pomeriggio l'auto si lascerà cadere rovinosamente a terra, sotto il peso del regale carico?)


martedì 12 agosto 2008

Feisbuc fever


Siccome che quando Pilar diceva di non essere iscritta a Feisbuc la prendevano per una pirlotta arretrata ("TUTTI sono su fèisbuc!!"), bèh, oggi ha ceduto.

Sì, non aveva proprio nulla di meglio da fare.

E' da mezz'ora che cerca di capirne l'utilità.

Potete chiarirle le idee, evitando gentilmente di prenderla per il...?

lunedì 11 agosto 2008

Saggia, la Rude, saggia


Supermercato, Torino, ore 18 circa.

Franci: ce la fai a portare 3 coppe Malù?
Pilar: certo che sì!

Franci: ma no, dai, dammene pure una...

Pilar: tzè! guarda come si fa...

...e la fatina riesce ad impilare tra le sue candide ed esperte mani una piramide fatta con una confezione di Grana, Coppa Malù 1, Coppa Malù 2 e, sopra queste ultime, la Coppa Malù 3.

Pilar: eheh... ghgh... VISTO?!
Franci (dubbiosa): sese. Cosa dici, prendiamo dell'affettato?

Pilar: (sporgendosi verso il bancone) vediamo quando scade...


...e dopo aver resistito ben 3 secondi tra le manine della Lady, la piramide cade.
Coppa Malù 3 si schianta a terra, perdendo il prezioso contenuto davanti ad una Francina che la guarda con commiserazione e ad una vecchietta che la guarda scuotendo la testa desolata.

Commento di Pilar: mi sono anche smerdata le scarpe!


Dlin dlòn
La Direzione ricorda alla sgarruppata Pilar che l'abilità di coordinazione non è di sua competenza.
Si consiglia di prenderne dolorosamente atto e di agire di conseguenza, seguendo i consigli delle esperte fauniste.

sabato 9 agosto 2008

ma...ma...è la Luciana!!


Premessa.
Quando Pilar cammina per la strada, non vede NESSUNO, neanche il Padreterno. Lei va dritta dritta dove deve andare, e intanto pensa a qualche scempiaggine delle sue. Sicchè, non v'incazzate se non vi saluta, perchè magari vi riconosce a scoppio ritardato.

Storiella.
Pilar era appena tornata da Torino (per la carrambata parte trì), scesa da un treno fredda come 'na salma, zaino sulle spalle, borsa a tracolla. Sguardo allucinato per aver trascorso le ultime due ore pressata in uno scompartimento zeppo di calabresi in reunion.
Attraversava la stazione centrale di Milano pensando: uff, son tornata in mezzo ai milanesotti: ecco quella con i piedi accartocciati nelle ballerine dorate... quello coi calzoncini e la felpa col cappuccio... il fesso che cerca di fare acrobazie sullo skate ma che finisce per spalmarsi sull'asfalto rovente... la Littizzetto...
...
...
la Litt...
...
...
LA LITTIZZETTOOOOHH?

Proprio lì, davanti a lei, camminava la sua eroina. Piccina picciò, occhiali da sole, vestito sciuèsciuè, rivista in mano, omone al fianco che le porta il valigino.
E quando mi ricapita più?!
Mentre la Lady cercava di decidere cosa fare (la saluto e basta? Le stringo la mano e le dico brava, bravissima, continua così? Mi faccio fare l'autografo?), la Luciana veniva avvicinata da alcuni fanz caciaroni.
E allora Pilar non voleva fare come loro. Non voleva essere confusa con gli ammiratori invadenti che magari chiedono l'autografo solo perchè è famosa e non perchè la ammirano per davvero.
Allora le ha sorriso.
Luciana l'ha guardata.
E basta.

Dev'esserle sembrata un'ebete.

domenica 3 agosto 2008

'tacci sua!


Ma sulle spiagge sono proprio indispensabili i venditori ambulanti??
Adesso non aizzatevi subito, cari anonimi che, non si sa perchè, avete smesso di commentare via mail e dovete dare i numeri pubblicamente.
Il motivo c'è, e vi viene spiegato.
Il fatto è che il Papo della Pilar quando sta in spiaggia, smania: non riesce a stare fermo, zitto, rilassato. Nono, lui deve interagire.
Attacca bottone con i vicini di ombrellone perchè sente che hanno l'accento di casa sua, con il ragazzino sordo/cieco/muto che ti lascia i gioppini sulla sdraio e poi se li viene a riprendere coi soldi (?), col bambino che fa i castelli di sabbia, con la sciura dei bomboloni E coi venditori ambulanti.
Chiacchiera oggi, chiacchiera domani, ecco che il leggendario braccino corto del papo inspiegabilmente s'avvicina al portafogli, sicchè presto o tardi ti arriva a casa con aggeggi quantomai improbabili.
Quest'anno è stata la volta della Racchetta Ammazzazanzare.
Trattasi di una racchetta, perlappunto, color verde fluorescente, con una retina (o come si chiama) particolare che, schiacciato l'apposito tasto, lancia una scarica elettrica in grado di fulminare le alette dei poveri insetti che si trovano a tiro, lasciandoli agonizzanti sul pavimento.
E poi tu li finisci.

Da una settimana, non hanno scampo:
- innocui moscerini (tanti, tantissimi)
- i polpacci di Pilar
- le dita della sorella
- il didietro della mamma.

Ogni tanto, miracolosamente, anche le mosche e le zanzare vengono acchiappate da tale strumento di tortura, e allora succede che la racchetta fa zz-zz-zzzz zzzwìììpp, e si sente odore di pollo bruciato.
Bene.
Adesso moltiplicate rumore e puzzetta per minimominimo centinaia di volte al giorno.
Moltiplicate le scosse ricevute (a vuoto).


Poi direte anche voi ... dannato venditore ambulante! 'tacci sua...!




Dlin dlon

La Direzione informa che tale (inutile) strumento di tortura è disponibile di ibèi.

venerdì 1 agosto 2008

Udite udite!


Se ancora non lo sapevate, anni fa Pilar si promise di imparare a mangiare una verdura o frutto finora schifato all'anno.
Una buona forchetta che si rispetti non può permettersi mica di odiare qualcosa.
A parte mandarini e arance, naturalmente.
Soprattutto riguardo la frutta, l'odio rasentava il ridicolo, dato che la fatina si cibava solo di mele, pere e banane.
Ma una vera cuoca che si rispetti non poteva mica limitarsi a mangiare tre frutti, cheddiamine.
Allora ha cominciato a mangiare l'anguria, poi i mirtilli, le fragole, il melone BIANCO (perchè l'arancione le fa irrimediabilmente schifo), le more, i lamponi...

Oggi la fatina ha mangiato la sua prima ALBICOCCA!!
YèèèèèèèHH!
Dopo averla sbranata sotto gli occhi attoniti della madre (26 anni per mangiare un'albicocca non sono mica bruscolini, eh!), la Lady ha così intelligentemente commentato il lieto evento:


"Sa di marmellata."


E dopo l'uomo sulla luna... la Pilar si mangia le albicocche! Frutti arancioni!!

giovedì 31 luglio 2008

Storia di un nonno e di un Quad


I vicini di casa di Pilar si rivelano essere fonti ineusaribili di aneddoti.
Questa è la niùs che ha fatto ridere la Francina...

Per la promozione (anche un po' sofferta) del giovane M., quindicenne timidone dai capelli rossi e dallo stomaco senza fondo, il suo papà ha pensato bene di accontentare la sua richiesta e di regalargli un motorino. Essendo LUI un tipico sborone di periferia, non poteva certo (?!) limitarsi a comprargli un motorino qualsiasi, perciò è tornato a casa con un quad.
Per chi non lo sapesse, i quad sono quei motoroni grandi come macchinette, col manubrio di una bici e veloci quanto un' apecar carico di angurie. Inutile dirlo, nella profonda Brianza simili corbellerie impazzano.
Sicchè, ecco il padre presentarsi tutto tronfio su 'sto trabiccolo nel cortile sottocasa, già dimentico delle 15 rate da pagare per il prossimo anno.
Il giovane M., timido com'è, ha fatto un giretto in cortile che già era paonazzo dalla vergogna.
Il padre, dopo aver fatto fuori mezzo serbatoio a sgasare e a cercare di fare inversione con due ruota per aria, ha deciso che era ora di far provare l'ebbrezza del quad al Nonno, che ha sempre usato il suo Scarabeo per tutte le commissioni della famiglia.
Quindi il Nonno sale su 'sto ammenicolo, fa andare un po'di gas in giro, e poi comincia il giro del cortile. Abituato com'è al suo scùterino, purtroppo il nonno confonde il pedale del freno con quello dell'accelaratore sicchè, puittosto che rallentare e girare il manubrio a sinistra, accellera considerevolmente... e sbammm!
Finisce contro al muro del cortile, con la moto col didietro per aria.

"Eh, in Nonno si è fatto un po' male... ha pestato la testa e un po'il piede, che gli usciva sangue. Poi siamo andati al prontosoccorso... e il nonno ha tenuto il ghiaccio per due giorni. Sulla crapa c'ha un bernoccolo e è ancora un po'rosso... e il piede lo usa, ma solo piano piano. Io lo aiuto, vado a raccogliere le uova delle galline. Eh, la moto è rotta, ma papà non può farla aggiustare. E adesso mio fratello va in giro sul motorino del suo amico." (tratto dal racconto di questa bambina, sorellina del giovane M.)

venerdì 25 luglio 2008

E la doccia fu.


Eh, ok.
E' tornata da una settimana trascorsa in Grecia e Pilar è appenappena abbronzata.
Grazie di averglielo rinfacciato ripetutamente.
Percarità, non vi sforzate di dirle "Oh, che bel colorito che hai preso!" oppure "Che bella carnagione! Si vede che sei stata OREEORE sotto il sole!".

Sicchè è andata a farsi una doccia solare.
Dato che non siamo Sguìzzeri (come direbbe la Loren) e qui non c'è mica il selfsèrvis (come provò Alittam), la Lady è entrata in un centro abbronzante. Per la prima volta in vita sua.
Dopo aver suscitato l'ilarità generale ("Cioè... in 26 anni non hai mai fatto una doccia solare?? Naaaah!!!"), le sconcertate sciurètte l'hanno accompagnata nello stanzino.
E già lì dentro, mentre le illustravano le straordinarie capacità abbronzanti di questi macchinari ultrainnovativi e supersicuri, le mancava l'aria.
Ma non poteva più tornare indietro.
E allora rimane in costume, si chiude nel camerino, fa un respirone, apre la porta ed entra nella capsula interspaziale.
Tuuuuuuu.
Ommarònn'.
Tutto quanto s'accende di un azzurro intensissimo.
Tuuuuuuu.
Si aziona una megaventola sopra di lei.

Oddio, sono così stretta.
Non ci pensare. Non ci pensare. Non ci pensare.
Oddio, sono stretta, devo tenere gli occhi chiusi e non so come girarmi.
Non ci pensare, percarità, non pensarci.
Porcoboia, cosa diavolo m'è venuto in mente. Che poi il pallore può anche essere portato elegantemente.
Respira. Calma. Calma.
Quanto manca? Ancora 8 minuti??? Oddio, muojo.
Mantieni la calma, cazzo. Pensa ad altro.


Ad un certo punto, se qualcuno fosse entrato in quella stanzetta claustrofobica, avrebbe visto una Lady che, aggrappata ai maniglioni sopra la sua crapa, la faccia rivolta al soffitto alla disperata ricerca di aria e con il sedere all'insù ("che sennò ti rimangono i segni bianchi", disse la sciurètta), emetteva profondi respiri come quelli che insegnano alle donne incinte.


Magari domani andrà al lago a prendere il sole...

giovedì 24 luglio 2008

Pilar, il mostriciattolo e la portafinestra


ciao... cosa fai?
perchè scrivi?

cosa scrivi?

uh, come sei velòòòòòcee!

adesso dove vai?
perchè vai in bagno?

anche io ho il bagno lì.
però ho la doccia, non la vasca.

che belli, quei pantaloni bianchi!

anche io li ho. però i miei sono più belli perchè hanno i fiori gialli e rosa
a me piace il giallo
però di più il rosa
perchè il rosa è da femmine
i maschi invece hanno l'azzurro

ma certe volte anche il verde, quello scuro e brutto
hai già mangiato?
che cosa?
io invece ho mangiato il tè al limone, un po'di pane...
poi le costine, le patate fritte e le zucchine
no anzi le zucchine no
solo una

adesso cosa fai?

posso aiutarti a bagnare le piante?

ma io sono fòòòòrte!!

guarda qua che muuuuscoli!

io tiro sù anche la mia mamma e mio fratello!
no, non insieme.

ah... allora posso guardarti?

perchè usi la mano di lì?

guarda che si deve usare l'altra mano, eh!

dai, prova a usare l'altra.... dai!!! daiiiii!! daiiii!!

ahahahah! ti sei bagnata!! lo sapevo!!!




Pilar dovrebbe ricordarsi che dalla portafinestra della cucina potrebbero insinuarsi strani mostri appiccicosi ed estremamente difficili da debellare.


Dlin dlòn
Per precauzione nei vostri confronti, si rende visibile l'aspetto del mostro appiccicoso.
Sia mai che lasciate aperta anche la vostra finestra...