venerdì 26 settembre 2008

Left of the middle


Era un pomeriggio di settembre di qualche anno fa.
Ora che ci pensa, doveva essere per forza il 2005.
Era finita da poco una vacanza quantomeno orrenda, tanto che aveva lasciato il suo moroso prima di tornare a casa. Una stronza? Forse sì, ma non bisognerebbe mai giudicare, senza conoscere prima come sono andate le cose. E comunque, sarebbe un'altra storia.
Restiamo a quel pomeriggio di settembre, con Pilar seduta ad un tavolo dell'aula studio insieme alle compagne di merende, il sole appena tiepido che filtrava dalle finestre e che illuminava leggermente il giardino interno dell'università. Era appena passato il suo ex (che orrenda definizione), che con un gesto tanto plateale quanto indelicato le aveva rovesciato sul banco tutto quello che era rimasto a casa sua. Compresa una gomma per cancellare. Pilar era rimasta prima inebetita, poi imbarazzata, ma alla fine, quando capì che stava per mollargli un manrovescio, aveva raccattato quello che le apparteneva, l'aveva infilato distrattamente nella borsa e, salutati tutti, se ne era andata.
Non aveva più nulla da studiare.
Aveva finito la tesi.
Aveva trovato il coraggio di troncare una storia che non andava proprio.
E si sentiva una merda.
Non per il fatto di aver spezzato il cuore a lui, piuttosto perchè non aveva alcun rimorso.
Nessun rancore, nessuna lacrima, neanche un pezzetto d'odio.
Mentre cercava di non darsi della stronza (perchè se l'era cercata, eccheccazzo!), decise di non prendere la metro, ma di andare a piedi fino alla stazione di Porta Garibaldi.
Attraversò il centro di Milano strattonata dalla gente che usciva dagli uffici, senza nemmeno guardarla. Lo sguardo dritto, il mento un po'imbronciato, la borsa tracolla che urtava ritmicamente un fianco. Si lasciava trascinare, con noncuranza.
Una parte di lei sentiva il bisogno di piangere, ma un'altra Pilar le suggeriva di gridare un sonoro vaffanculo. Non fece nessuna delle due cose. Piuttosto, cominciò prima a camminare più velocemente, e poi a correre. All'inizio era una corsa frammentaria, interrotta dalle troppe persone che invece non avevano alcuna fretta. Poi il passo diventò sempre più svelto, isterico, cattivo. Attraversava le strade senza controllare i semafori, urtava le spalle della gente e se ne fregava. Correva come una matta. Le suole delle scarpe da ginnastica, consumate da un pezzo, scivolavano silenziosamente sul marmo dei portici, sulle passerelle di legno dei lavori in corso, sulle aiuole coperte dalle prime foglie gialle.
Arrivata all'ingresso della stazione, si fermò.
Le mancava quasi il respiro; aveva le stringhe delle scarpe slacciate, la cintura tutta storta, la camicetta mezza sbottonata fuori dai jeans. Era sciupata, scapigliata e affannata.
Però si sentiva bene.
Sì, stava benone.
Lo sguardo le cadde sulla vetrata che circondava le pareti del vecchio edificio.
Rise un po', poi si legò i capelli sulla nuca, rimise la camicia nei jeans, sistemò la borsa sulla spalla e, ancora con le stringhe slacciate, si avviò verso il binario 16.
Incastrati gli auricolari dentro le orecchie, tenne premuto il tasto play per un po', e il lettore mp3 decise di far partire Left of the middle*.
A caso, naturalmente.
Però la fece sentire ancora meglio...



* Naturalmente, adesso andate a scaricarvi 'sta canzone da qualche parte... e poi inizierete a prendere in giro...

venerdì 19 settembre 2008

Parola d'ordine: assecondare. Sempre e comunque!


Maestra, posso raccontarti una cosa?

---Ok.

Eh. C'era un cavaliere che si chiamava Tesso. Anzi, no. TESEO. Che era grande e fortissimo. Poi c'era una che si chiamava Arianna, che stava in un labirinto.

---Perchè stava in un labirinto?

Perchè il suo papà era un minotauro, quindi aveva la testa di toro, quindi era nel labirinto.

---Ah già. Non fa una grinza.

Allora Teseo vuole liberare Arianna, e Arianna gli dà un filo.

---Allora Arianna e Teseo si conoscevano già?

Sì, erano stati a una festa. Che c'era anche Dedalo.

---Dedalo?

Sì, ma qui parte un'altra storia, che se vuoi te la racconto dopo, adesso finisco questa.

---Sèh.

Allora, Arianna dà un filo a Teseo e lui trova la strada per uscire dal labirinto. Così esce e se ne va via.

---Ma perchè era entrato nel labirinto?

Eh, perchè c'era Arianna.

---Allora perchè esce dal labirinto senza Arianna?

(pensa, pensa...) Bè, si vede che non era poi tanto bella!

mercoledì 17 settembre 2008

Vocabula tu che vocabulo io


In una conversazione con questa povera interlocutrice, Pilar è stata capace di snocciolare termini come
sciamannata
e
impensierisce


E'stata una notte buia e tempestosa.

lunedì 15 settembre 2008

Dah dah!


Pilar sta facendo colazione in cucina.
E'seduta al suo posto, quello incastrato tra la porta e il frigorifero.
Sorseggia il succo alla pera, e ogni tanto dà una sgranocchiata a un Pandistelle.
Quando allunga il braccio per prendere un biscotto, si accorge che dall'altro lato del tavolo c'è un marmocchio. Uno di quelli col bavaglino e la testa tonda che pesta goduriosamente le mani smarmellatose sul tavolino del seggiolone.
Splat splat!
Pilar getta uno sguardo torvo sulla stanza.
Nessun altro in cucina a parte loro.
Dah dah!
Sicchè, chiede le doverose delucidazioni alla madre, che risponde dal piano di sopra:

Pil: Maaaa'!!? Da quando ho un fratellino??

Madre: Fratellino??

Pil: C'è un moccioso, qui in cucina!

Madre: Ma Pil!! Cosa dici?! E' tuo figlio!!





E la fatina si sveglia.
La maglietta del pigiama appiccicata alla schiena.
I capelli ingarbugliati intorno al collo.
La bocca drammaticamente felpata.
Lo stesso affanno del dopocorsa.



Dlin dlon!
Pil, fai una cosa utile alla tua salute mentale, per favore: domani mattina, fiòndati di buon'ora dalla farmacista Occhiblù.
Sù, da brava.

lunedì 8 settembre 2008

Le gatte e La Volpe


Ieri notte, appena terminato il concerto di Bennato, Pilar e l'amica Luci eludono scaltramente ogni sorveglianza e, con un'agilità che neanche Occhi Di Gatto, riescono ad addentrarsi nella Zona Offlìmiz, quella riservata a tre persone soltanto:

- Bennato
- la bènd
- il mènager.

...fico!
pensa Pilar.
...adesso mi faccio fare l'autografo e lo regalo al mio papà!


Le due giovani dalla testa umidiccia* si appostano al buio, fuori dalla tenda dell'artista.
Sono talmente vicine che lo vedono mentre si cambia le braghe.
Pessime, le mutandazze azzurro puffo!
...
Che idea!! mi faccio scrivere: "A Michele, che faceva ballare Pilar."
sìsì, così il papo si commuove e rimpiange di non avermi accompagnata.
tzè!

E dalla tenda blu fa capolino Lui, quello che ha fatto saltare la piccola fatina con "luièilgatto, ediolavòlpe, siamo in societàààh" e l'ha fatta pure scodinzolare con "vivalamamma".
Eccole, Pilar e la sua altrettanto speranzosa amica, proprio di fronte a lui...
Edoardo, scusa...
NO! RAGAZZE, NO!

E se ne scappa in macchina.

Pilar è ammutolita.
Luci è disarmata.
Si voltano.
Si guardano.
'orcaeva, che stronzo!!

Fine dell'idilliaco incontro.


*perchè è risaputo che, nonostante le più rosee previsioni meteo, durante la festa di Lucio Battisti piove. SEMPRE.







(Foto bai Pilar)

giovedì 4 settembre 2008

La volpe e la fatina


Questo fine settimana, nel paese dove vive la fatina, ci sarà l'annuale ricorrenza di Lucio Battisti.
La Festa-Al-Morto, per intendersi.
Per l'occasione, questa domenica Eduardo Bennato terrà un concerto gratuito nel parco della villa comunale.
Dovete sapere che il Papo di Pilar, quando la fatina era piccina, la faceva ballare sulle sue spalle al ritmi di "quantafrettamadovecorrido-ve-vai" e "vivalamamma". Pilar si divertiva come una matta, e anche se adesso è cresciutonaonaona, quando ha saputo dell'evento ha spalancato gli occhi fatati ed è corsa ad informare il genitore...

Pil: papo!! Lo sai che domenica viene Bennato a cantare?? E' gratis!
Papo: sìsì, lo so.
Pil: che bello! Ci andiamo? così balliamo insieme, come quando ero piccola!!
Papo: no.
Gulp!
Pil: ma... ma... ma perchè??!
Papo: non esiste. io non vengo.
Pil: maddai, papo!! per una volta che facciamo qualcosa insieme!
Papo: non posso proprio.
Pil: sigh... sniff... ma... ma... perchè????
Papo: ho il torneo di tennis tavolo!

E la fatina si ritrova così: surclassata da una partita di pingpong tra ultrasessantenni.

Sigh!

martedì 2 settembre 2008

Cercasi lavoro. Più o meno disperatamente.


Chissà perchè, ma ogni governo che arriva mette mano alla Scuola.
Si vede che la trovano irresistibile.
Solo che non è che pensano a distinguersi dai precedenti (cretini, perchè ciascuno addita gli ex come scansafatiche) provvedendo a dare ordine a un settore da sempre sottovalutato, spremuto, tagliato e sacrificato.
No.
Cambiano le cazzate.
Sì, ha proprio scritto cazzate, signori e signore.
In che altro modo le chiamereste, voi, queste "pensate":

- cambiamo i voti! Basta con Ottimo/Scarso/... La scuola deve essere svecchiata! Adesso i voti saranno (rullino i tamburi!)... 4 / 5/ 6/ ...8! Uh cielo che rivoluzione!

- Ci sono troppi insegnanti? Nessuno va in pensione (mavà?!)? Ci sono troppi laureati che non lavorano? IDEA! Tagliamo! Lasciamo un' insegnante sola per ogni classe! Ah, già che ci siamo: via anche tutte quelle maestre per i bambini-coi-problemi e per gli èstracommunitari, che tanto si possono lasciare lì da soli, e stanno buonibuoni.

- Ci sono insegnanti preparatissimi che però non hanno lavoro? Soluzione: si tolgono i corsi che permettono di avere l'idoneità all'insegnamento, perchè no?! Così risparmiamo anche un altro po'di soldi. Che son tempi duri, questi. Nessuno compra più. I bamboccioni non comprano casa, stanno tutta la vita da mammà.

Eh sì. Menomale che ci pensano loro a svecchiare questa brutta scuola.