mercoledì 28 maggio 2008

Lo Spirito della Maèèèstraaah


Di fronte alla casa di Pilar abita un bambino.
Ha 13 anni, ma la sua testa s'è decisa di averne dieci di meno.
Sì, poverino.

Da una settimana trascorre TUTTO il pomeriggio ascoltando ININTERROTTAMENTE e al massimo volume la Macarena.
Una settimana prima andava Booooooombaaah! e quella prima ancora Il Meneito.
Oggi va per la maggiore Gingòl Bèls.

Dopo il millesimo ascolto di suddetta musica, i pensieri di Pilar sono stati, nell'ordine:


  1. nuh! ancora gingèl bèls no!
  2. caz'!
  3. mèrd'!
  4. merdamerdamerdamerdaMERDAAAAAHHHH!!!!!!
  5. ma quel registratore non si rompe?
  6. te lo rompo, quel registratore!
  7. te lo rompo in TESTA, quel registratore!!
  8. te lo rompo in testa, poi ti spacco anche quella!!!


Poi lo Spirito della Maèèèèèstraaah s'è fatto vivo.
E la Lady ha pensato di masterizzargli il ciddì Confessions on a dancefloor...


...continua (?)...

sabato 24 maggio 2008

Complicanze metereologiche


Vi siete accorti che piove da un macello di tempo?
Nopperchè semmai ve ne foste dimenticati, i tiggì non perdono certo l'occasione di deprimervi ancora di più. Eh.


Comunque sia, Pilar se ne stava in casa da troppo tempo.
Le energie che solitamente usa andando a correre, a pattinare, a passeggiare, insomma a stare all'aria aperta, erano sprecate. Questa primavera va così, freschina e fradicia.
Che neanche Londra*.
Alla terza settimana consecutiva di pioggia, cominciava a dare fuori di matto.
Claustrofobia, forse.
Basta tele.
Basta libri.
Basta musica.
Basta internet.

S'è messa a impastare.
Pasta fresca, ragazzi.
E biscotti, e crostate, e pasticcini come se piovessero.
Solo che, impasta un giorno, impasta sue giorni... impasta 'na settimana, impasta un mese... alla fine doveva succedere.
La bilancia s'è sclerata: "Mòbbasta!" ha detto.
Vìggiùro.
Adesso non si vedono più i numerini, solo cinque linee dritte come soldatini.
'orcaloca.
Sicchè Bilancia s'è alzata in piedi. Cioè no, in piedi no perchè lei i piedi non ce li ha. Però era verticale, e facendo perno sugli spigoli inferiori se n'è andata. Come il candeliere, la pendola e la teiera del cartone La Bella e la Bestia.
Gesummaria.
"Che è?, t'aspetti 'n applauso?" ha chiesto alla Lady.
E' uscita dalla portafinestra della cucina.
Ha guardato a destra e a sinistra.
Pioveva ancora.
"Merda! Non posso neanche andarmene!" ha sbuffato.
E s'è seduta sul gradino del portico.






Poi s'è svegliata.



*Eh, Vivi...!

giovedì 22 maggio 2008

Chi l'ha visto? ,il Fratellonzo e le diapositive


E' una legge non scritta di CasaPilar: se c'è Chi l'ha visto, la tele grande col il divano che ci sta davanti sono di mammaepapà.
Quella che per il capofamiglia è una presa di posizione pura e semplice (perchè Raitre è "impegnata", quindi si tiene accesa anche col volume azzerato), per La Sciura semi-insonne è una vera e propria manna dal cielo: più efficace di mille camomille, più calmante di una Valeriana in endovena, più rasserenante della musica classica... insomma, Chi l'ha visto è un toccasana per i nervi materni.
Sicchè, è un appuntamento immancabile.

Però non è mica un programma per tutti; sì insomma diciamo che OGGI è da bollino giallo, ma UN TEMPO era da pallino rosso.
Perchè alla mocciosa Pilar 'sto programma faceva venire 'na paura come neanche l'Esorcista:
...quelle dannate ricostruzioni della scomparsa, ansiosissime e cupe...
...quella conduttrice triste e serissima (e vorrei vedere!)...
...quei collegamenti coi familiari in lacrime...

Gesummaria, facevano venire un'anZia!
E la mocciosa Pilar andava a dormire un po'agitata, con le coperte tirate fin sopra i capelli e col terrore di essere rapita.

Poi è successo che il Fratellonzo ("perchè un po'fratello e un po' str...", come direbbe il buon vecchio Fabio Volo) per farle un dispetto insinuò nella mente della fatina un dubbio atroce...

"Non vedi che mancano foto di te da piccolapiccola? Ti hanno adottata!"


...e poi uno si chiede da dove arrivano le stranezze della Pilar...


Che poi in realtà le foto esistevano, ma erano solo diapositive, e per papà e mamma montare il proiettore era troppo uno sbattimento.

martedì 20 maggio 2008

Ce l'hai!


Busca e Akilleys: ok, ok, ecco il "Ce l'hai" della Pilar...

...ènd de mòm'niiis ar:

  • il Busca, perchè bentistà
  • Viadellaviola, il blog con le punte
  • Nonsolomamma, l'elastigirl di Wisteria
  • Casalinga precaria, che non sa nemmeno che Pilar la legge
  • il blog del fratello della Pil (niente link, naturalmente). Con la sua spiccata genialità, la fatina è riuscita come una vera haker (ossia per puro CULO) a beccare il sito... e ha incredibilmente rivalutato il Fratellonzo (perchè un po'fratello e un po' str...)

Adesso, se leggete potete mandarla a zappare l'orto, sennò potete rispondere con un elenco dei blog che ritenete essere Eccellenti.
Tiè.

domenica 18 maggio 2008

Uscite infelici


Conversazione con la vicina di casa L., insegnante ventottenne fidanzata da mezza vita.

L: abbiamo fatto un investimento ENORME. Ma ne è valsa la pena. Siamo contentissimi, dopo tanti sacrifici finalmente staremo insieme!
Pil: avete comprato casa?
L: no, abbiamo comprato un camper!
Pil: oh (...) eppure sembravate persone a posto...


*Dlin dlon!*
Avviso alla Pilar: devi sapere che non tutti i camperisti sono dei pericoli come tuo padre: non tutti attaccano i tubi con la gomma da masticare, ti fanno dormire accanto ad una bombola che perde gas, ti fanno fare la doccia in spiaggia e girare per Cannes con la marmitta staccata che struscia per terra. Non odiarli: sono persone per bene, cara Pil.
Con affetto, La Direzione.



(Stampa e colora il disegno)

sabato 17 maggio 2008

La Pipite.


Lo sapete.
Pilar soffre di Pipite.
La Pipite ti scappare sempre la pipì, specialmente nei momenti meno opportuni. Sicchè ti devi arrangiare e farla dove ti capita: un bar, un ristorante, una gelateria, il Decathlon, Zara (Sempre Sia Lodato!)...

Sicchè la fatina arriva a valutare il livello di gradimento di un locale a seconda di tre fondamentali varianti:
  1. se il bagno è in mezzo al locale, sarebbe imbarazzante uscire dal cesso davanti a tutti. Se invece è in luogo appartato, prendi 3 PUNTI. La discrezione innanzitutto.
  2. se il bagno ha la turca: -4 PUNTI. Sulla turca la Lady non si rilassa. E se non si rilassa, ne fa solo un pochino. E se ne fa solo un pochino... dopo 5 minuti sarete di nuovo daccapo...
  3. se è pulitopulito e dotato di cartaiggiènica: 10 PUNTI. Una rarità. Se poi c'è pure il sapone e le salviettine di carta, la lode non ve la toglie nessuno.
Con l'esperienza che si è fatta, Pilar può affermare che il vincitore del premio Miglior Cesso va a...

... una pizzeria di Erba (LC)*, dove una Margherita ti costa ottoeuroemmezzo (rabbrividiamo), ma il bagno... signori... : ampio, con le pareti di mosaico, il lavandino in pietra, uno specchio gigante, salviettine e saponette come se piovessero... e c'ha pure i vasetti coi mazzolini di fiori di campo. Che classe, ragazzi.


L'altro giorno Pilar era in giro, però non era dalle parti di Erba.
Dannazione.
In due ore ha fatto la pipì in 3 cessi diversi (ma solo perchè s'era trattenuta), tanto che l'Amico, dopo aver preso tre caffè, era diventato un tantino nervosetto...

Pil: mi scappa ancora, entriamo qui che c'hanno il bagno pulito
Amico: ANCORAHH?!
Pil: ma a te non scappa?
Amico: sì, ma sono capace di tenerla!
Pil: ...ma a me mi scappissima!
Amico: sei imbarazzante.


* Erba: località in provincia di Lecco, ha dato i natali a Moreno Torricelli, a Memo Remigi, ai The Styles e al Nongiovane, ma è diventata disgraziatamente famosa per Azuz Marzouk, Olindo Romani e Rosa Bazzi. Citata nella canzone "Cateto" di Elio e Le Storie Tese, Erba è anche la sede di Radio Maria.

venerdì 16 maggio 2008

Perlina Pàradais (il ritorno)


Du iu rimembèr?
Perlinage is bèc.
E mmò so ccazzi.

Pilar è tornata allo spaccio delle perline.
Questa volta c'è un cartello (che se lo mettevano ancora più in alto, neanche le giraffe lo vedevano) e non c'è più il cane che ringhia; ci sono ancora la sciura dalla bigiotteria di dubbio gusto, le perline carine e il campanello da pigiare... ma ci sono metriemetri quadrati di spazio in più, un cane lupo dietro la cassa e un ragazzetto con in fase di crescita che taglia finge di essere superoccupato.
Il Paradiso della Perlina.
Entrata per prendere spille e filo elastico, la fatina ha commesso il fatale errore di fare un giretto per quel magazzino maledetto.
Ne è uscita con:

7 euro di sassolini coloraticolorati
5 euro di spille
metriemetri di fili di vario genere e natura
3 euro di perline in vetroresina
4 euro di perline in legno
1 euro e 60 cent di micropalline in metallo
4 euro e passa di chiusure in argento

Un Patrimonio.
Il peggio è che Pilar è convinta di aver fatto un affare.

Per ammortizzare la spesa, sarà costretta a intrecciare collanine e braccialetti per tutta l'estate.


(La Direzione ringrazia l'Elastimamma per aver ricordato questa follìa primaverile alla Pilar)

lunedì 12 maggio 2008

Brufuli e pistulini


In giardino, fuori dalla sabbionaia, ore 14.15
S., maschio, 4 anni, classe dei Gialli, berrettino di Cars sulla crapa sudata, si avvicina alla Pilar con aria scandalizzata.

S: ma maèèèèèstra!!
Pil: checc'è?
S: Martina mi tocca il BRUFULO!
Pil: che?! dove??! (dubito che uno smoccoloso di 4 anni abbia brufoli)
S: IL BRUFULO!! QUI!!
... e indica il pistulino.


Adesso.
Riflettiamo.

Due genitori chiamano BRUFOLO il pistulino del proprio bambino.
Perchè?
Perchè è piccolino?!
E quando in faccia gli cresceranno i VERI brufoli?
Li chiamerete PISELLINI? Oppure PISTULINI?


Pilar è allibita dalle 14.16 di questo pomeriggio.

sabato 10 maggio 2008

Benino Meno


C'è stato un periodo in cui Pilar odiava la scuola.
Piangeva ogni volta che si svegliava al mattino.
Odiava la sua maestra e i suoi compagni leccaculo. Che lei allora non sapeva nemmeno che esistesse la parola leccaculo, e non sapeva descriverli bene quei fetenti. Leccaculo si addice benissimo a tutti loro.
Era in seconda elementare, aveva sette anni e un grembiule verde-chirugo come divisa d'ordinanza.
La scuola era (è) vecchia, marroncina e verde-salaoperatoria (il che forse spiega quegli orribili grembiuli).
La mammamaestra le aveva fatto cambiare istituto perchè era stata trasferita vicino casa, e Pilar aveva lasciato a malincuore quella piccola scuola un po'lontano da casa ma molto accogliente, coi compagni simpatici e la maestra sorridente e paciosa.
Sicchè a settembre s'era ritrovata nella scuola dei chirurghi.

Pilar piangeva, era diventata triste e quell'inverno lo sentiva più freddo e grigio di ogni altro.
Dei compagni leccaculo imparò presto a fregarsene.
Alla scuola triste s'abituò, perdendosi in viaggi fantastici dove le veniva assegnato il compito di ridipingere l'edificio coi pastelli a cera e fiori di carta velina ('chè Pilar era una campionessa di fiori di carta velina).
Alla maestra, invece, non s'abituò mai.
Piccolissima, magrissima, con le mani nodose come la strega di Hansel e Gretel, le ballerine e le calze color carne. Gonne lunghe, squallidi maglioncini coi bottoni davanti. Neri gli occhi minuscoli, neri i capelli, neri i baffetti, neri i vestiti. Ok, forse non era così pessima, ma Pilar la ricorda in questo modo.
Mai un sorriso, se non per prendere in giro maliziosamente qualche bambino.
E tre episodi che la fatina ha scolpito nella pietra dei suoi ricordi infantili...

#1
Il Benino Meno preso perchè aveva colorato i pallini dell'elenco dettato dalla maestra. Li aveva fatti belli tondi, precisi dentro il quadretto, coi pastelli nuovi che la mamma le aveva regalato per il compleanno.
"Io non ho detto di usare i colori per quelle palline!" aveva detto la maestra, perdipiù mostrando ai compagni il quaderno con quello "scempio".


#2
Ad un certo punto dell'anno, dopo la consueta preghiera mattutina, con gli occhi bassi, la voce piagnucolosa e le mani giunte in grembo, la maestra fece questo annuncio: "Bambini, devo dirvi una cosa. Io e mio marito ci vogliamo tanto bene, e abbiamo fatto taaaanti sacrifici per tutta la vita e abbiamo pregato tantotanto. Allora Nostro Signore ci ha ascoltati e ci ha mandato un dono: presto nella nostra casa nascerà un'altra bambina, che farà compagnia a mia figlia".
Silenzio in aula.
I bambini non erano certo abituati a queste confidenze da parte della loro maestra.
E' incinta? Ho capito bene? Povera bambina - pensò Pilar.
Oh, che bello, maestra! Come sono felice! - disse F. dal banco accanto.

A posteriori, quella bestiaccia di Pilar pensò che il VERO SACRIFICIO lo aveva fatto il marito andando a letto con lei BEN DUE VOLTE, se non addirittura di più... e quella maestra che faceva tanto la santarellina non era così pura e casta come voleva dare a vedere.
Falsa.

#3
LA GARA DELLE TABELLINE.
Il un clima di terrore e sotto certi sguardi arcigni che neanche alla maturità, sulla cattedra venivano disposti i cartellini coi voti: ottimo, buono, suff, benino, male.
Poi la maestra girava la cattedra, e tutti i bambini MUTI dovevano copiare l'elenco delle tabelline.
6 x 5 =
8 x 8=
3 x 7 =
...
Poi: "Penne sul banco, davanti al quaderno. Mani dietro la schiena. SILENZIO! NON GUARDATE! Occhi a me! Pronti... VIA!"
Vinceva chi scriveva prima tutti i risultati, calpestava i compagni e arrivava alla cattedra per primo, posizionando il quaderno sul cartellino che decideva la maestra (in base a criteri di spazio banco-cattedra, tempo di consegna, media dei voti, e sospetta occhiata prima del VIA).
Se anche era tutto giusto ma impiegavi un minuto in più, erano cazzi tuoi. Arrivavi a casa col Benino lo stesso e il ricordo dello sguardo della maestra.
Uno sguardo che diceva: "Tu nella vita non sarai niente".



Due cose hanno salvato Pilar da quell'anno scolastico: la comprensione della mamma (che, lavorando in quella scuola, condivideva le impressioni di Pilar) e la certezza che l'anno successivo sarebbe andata in un altro paese, in un'altra scuola, con altri compagni ed un nuovo maestro.
Ma questa sarebbe un'altra storia...