martedì 30 dicembre 2008

Tu che tagghi


Dai, facciamo una foto, così ti taggo!
E Pilar si dileguò.


Che cazzo di termine è taggare??!
Eh?
Eppoi, se lo dite così, suona come una minaccia.
Sicchè, in vista del primo capodanno tremendamente feisbucchiano, Pilar specifica che (e lo scrive in grassetto, per i più tordi):

  • odia sentir parlare di tag.
  • odia essere fotografata alla cazzo (tipo mentre si gratta la crapa, mentre mastica, mentre mangia il pandoro imbiancandosi faccia e dintorni con lo zucchero a velo, mentre sta per appisolarsi, mentre dorme sul divano scompostamente).
  • non aggiunge su facebook chi non la saluta se la incontra per strada e/o al supermercato.


Adesso che siete avvisati,
buon anno, vàh.

lunedì 29 dicembre 2008

Nius sparse. Sottotitolo: Chiudiamo l'anno così, alla badalucca.


Alla badalucca means "coi piedi / alla cavolo".



Pilar ha vinto alla tombola natalizia.
Non è una novità.
La vera novità è che la tombola consisteva in un puzzle di miiiillllle pezzi che riproduce il dipinto di Renoire "il ballo al mulèn dè la galèt" (come disse un suo compagno di classe che, interrogato da una prof inguainata in aderenti pantaloni di pelle, faticava a concentrarsi sulla pronuncia corretta. Ma questa è un'altra storia...).
Un suicidio.
Vogliate collaborare numerosi.


Sempre a Natale la zia ha regalato alla Fortunella un set di canovacci e un grembiule da cucina.
Lo scorso compleanno le aveva donato una tovaglia.
Quindi, secondo i suoi calcoli, il prossimo febbraio dovrà sorridere (?) all'arrivo delle lenzuola.


Pilar ha deciso di lasciare il suo poco brillante discepolo. Lo seguiva dalla terza elementare, in TUTTE le materie; oggi è in seconda media, e per fare 5 + 3 usa ancora le dita. Sforzarsi di illuminare la sua mente era come cercare di far crescere limoni in Brianza: dannatamente faticoso e inutile.


In compenso, le conoscenze informatiche di Pilar s'arricchiscono sempre più. Oggi, dopo almeno sei mesi di Uìndòus Vista, ha imparato che si può aprire una nuova finestra con Ctrl + T.
Ora l'informatica non ha più segreti.


Magie di Facebook: compagni di scuola ai tempi ritenuti principi e principesse si sono trasformati in rospi. Come mai Pilar sia da sempre rana, non ci è dato saperlo.


Le manine fatate hanno prodotto l'ultima magia culinaria: la Vellutata di Zucca.
Modestia a parte, Pilar stessa fatica a credere di essere in grado di creare cotanta bontà.
Non chiedetele gli ingredienti, perchè tanto lei va a caso.


A chiudere: il meteo.
Temperatura a Lecco: -1°.
Temperatura fuori Casa Pilar: -6°.
Da qualche giorno il Papo sta giocando coi tasti della caldaia.
Si prospetta un inverno mooooolto rigido.



Ciao.
Chiuso il teatro.

martedì 23 dicembre 2008

Io mi sa che rimango pietra.


Mesi fa, tornando annaspanti da una corsa, fratello e sorella si dicevano col fiatone:

Primogenito - Il fatto è che tutti sono capaci di scrivere, perchè basta metter giù i propri pensieri. La differenza la fa il Filo Conduttore. Io devo trovare 'sto cazzo di filo!
Pilar - E' vero: anche le pietre potrebbero scrivere quello che scrivo io. Se fossi una scrittrice, sarei capace di raccogleire tutto e farne una storia. Si vede che io la storia non ce l'ho. Quando cerco di mettere tutto insieme secondo una logica e poi non ci riesco, mi sento... una pietra.
Primogenito - ma DEVE esserci un filo conduttore che tiene insieme i tuoi pezzi più belli!
Pilar - Mh. Io non lo so quali sono quelli più belli. A me sembrano tutte scemenze anche nello stesso attimo che ho premuto Invio. Io mi sa che rimango pietra.


E' successo, grazieadio.
Primogenito ha scritto il SUO primo libro.
Il primo che dice "Adesso tocca a Pilar", verrà colto da dissenteria istantanea. Badate bene.

sabato 20 dicembre 2008

Come Pilar comanda


Dato che:
  • un biglietto costa 8 euro
  • mezzo litro d'acqua naturale costa 2 euro
  • è obbligatorio sorbirsi preventivamente 25 minuti di pubblicità*
  • nella sala ci saranno al massimo 10° (ad essere generosi)
  • alla fine non ti fanno nemmeno fare la pipì, ma ti fanno uscire dalla porta didietro come un malvivente (laddietro peraltro si raggruppano certi brutti ceffi che farebbero paura anche a Jackie Chan),

Pilar ha deciso che

non ha entrerà MAI PIU' in una multisala UCI.

Tièh.
Viva i cinemini di Lecco.


Andiamo oltre.
Come dio comanda è un film cupo, grigio, triste, crudele, cattivo, disgraziato, violento, ridicolo, comico, tagliente, volgare, misero, implacabile, brutto. Assolutamente da non perdere.
  • Scena meritevole:
Elio Germano nei panni di Quattroformaggi che, sul Garellino scassolento e con indosso una tela cerata, pedala sotto la pioggia inseguendo il suo (falso)mito erotico.
  • Suono meritevole:
She's the one, mescolata al rumore della pioggia nel bosco.




*Tra l'altro, sul biglietto c'è scritto che il film inizia 20 minuti dopo l'orario indicato... ma il biglietto l'hai già fatto, perdio!

giovedì 18 dicembre 2008

La Morte a cavallo. Ovvero: quando la follìa raggiunge vette inesplorate.


Alle sette il cellulare si mette a bippare.
Pilar si sveglia, s'allunga, si stiracchia, stropiccia gli occhi.
Beve dal bicchiere che ogni mattina l'aspetta sul comodino, poi va in bagno.
Si sente bene, riposata e serena, finchè non realizza di essersi appena svegliata da quello che doveva essere un incubo.
Ha sognato la Morte.
Per tutta la mattina rimane un po'scossa e perplessa; non tanto per il sogno in sè, piuttosto per non essere preoccupata d'aver sognato la personificazione della Paura.
Alla fine, decide di confidarsi col suo Corazòn.


Pilar: Ho sognato che la Morte veniva a prendermi. Erano dei cavalieri neri (credo due), col mantello nero, il cavallo nero e forse anche delle sciabole nere. Mi cercavano, ma io mi nascondevo in una specie di monastero... bho... a pensarci bene sembrava il chiostro dell'università, in via Festa del Perdono. Ma io non ero mica spaventata! Cioè, mi nascondevo, ma non ero terrorizzata... Alla fine mi hanno trovata, si sono messi davanti a me. I cavalli sbuffavano nel freddo. Poi mi sono svegliata. ... Allora cosa dici?



Corazòn: Orbene, se non me lo dicevi, potevi giocare i numeri al lotto. Oramai non vale più, perdincibacco!



Sigh.

venerdì 12 dicembre 2008

Buio


Che siano tempi bui per (quasi tutti), è cosa nota.
Diamolo per assodato, ok?


Adesso, gentilmente, spiegate a quella torda della Pilar perchè i tiggì intervistano dei cretini immani, che alla domanda "lei come sente questa crisi?" rispondono sospirando coi lacrimoni agli occhi:

"eh, io adesso non posso permettermi più di fare l'aperitivo tutte le sere...!"
"le pulizie le faccio da sola, perchè non posso più pagare la filippina!"
"io non posso più comprarmi vestiti firmati!"
"ora la carta igienica, i fazzolettini e i quaderni per i bambini li devo comprare al discàunt!"


Cioè: c'è gente che sta con le pezze al didietro, che non riesce a pagare le bollette nè tantomeno le rate di un mutuo a vita, che non sa come arrivare a fine mese, che non riesce a farsi una vita indipendente, che è disoccupato da mesi e lo sarà ancora per taaaanto tempo, che spera solo di non ammalarsi perchè sennò non sa come pagare i farmaci... e il tiggì bècca solo persone che non possono permettersi di fare i (finti) fighi come qualche mese fa??!!

...mavvaffanculo, vàh!

martedì 9 dicembre 2008

Come ti uso il fazzoletto


Pilar sta seduta in mezzo ai colleghi, in riunione. Bèh, "in mezzo" proprio no, perchè s'è imboscata in ultima fila... comunque sia, sta cercando di impegnare la mente in altri pensieri, allo scopo di impedire alle palpebre di calare inesorabilmente segnando la definitiva fine del suo già incerto futuro lavorativo.
Sicchè si guarda intorno.
Tutti i presenti superano le 40 primavere, tranne 3:
Pilar
La Giovane Collega Glamour
Un collega.

Alt.
Analisi del soggetto maschile singolare.
Blugginz a sigaretta.
Son gusti.
Maglioncino color lillà.
Bah. E' la moda.
Borsello a tracolla.
Mh...
Camiciola con le iniziali ricamate sul colletto. Con filo rosa.
O-oh...
Apre la cerniera della borsa con pollice e indice, mentre le altre dita rimangono tese in aria.
Sòrbole...
Prende un pacchetto di fazzoletti color lavanda...
Ma... ma...

Ed ecco, siòri e siòre, la prova del fuoco:

come ti soffia nel fazzoletto


Il soggetto in questione si soffia il naso come neanche Rossella O'Hara:

- mano sinistra conficcata sotto l'ascella destra
- gambe contorte, accavallate, cheddico: strizzate!
- mano destra sorregge delicatamente il fazzolettino con la sola imposizione dei polpastrelli del pollice e del medio, mentre le altre dita svettano altezzose in aria.
Nessun rumore, nessuno scompiglio, nessun disturbo.


Eh vabè.
Le è andata male.

lunedì 8 dicembre 2008

Il Club


  • Luogo: una discoteca triste e magari anche un po'tamarra.
  • Soggetti: i più disperati, tra i 18 e i 30 anni.
  • Scopo: studio degli usi e costumi medioitaliani.
  • Canale: comunicazione verbale, per quanto possibile.
  • Svolgimento: un intervistatore che si crede quello di Lucignolo porge sciocche domande con tono malizioso a strani personaggi disperati, che in comune hanno una e una sola cosa. La fame.

Singol o fidanzato?
gigi80: siiiiiiiiiiingòl! nessuno può togliermi la mia libertàààhh!

come dev'essere il tuo uomo ideale?
britney2: alto... moro... e fedele! non può neanche guardarle, le altre donne!

Qual'è la prima cosa che guardi in una donna?
becam23: il lato bi!! il lato bi tutta la vitaaaah!

Slip o... perizoma?
sweetcandy: tààànga, assolutamente!

Bionde... o mòre??
marcodj: bionde, more, rosse... a me van bene tutte, basta che me la dannoh!! ahahahahah!

Un aggettivo per i tuoi pettorali
tommy69: scandalosiiih!

Hai 5 minuti liberi: cosa fai?
ulkone: sèssosèssosèssohh!

Fai un appello alle ragazze che ti guardano
nickthebest: Oh, chiamatemi, vi preeego!



Pilar si augura che i soggetti di The Club, in onda praticamente a tutte le ore su All Music, siano dei bravissimi attori comici sapientemente ingaggiati per accrescere l'autostima nei telespettatori.

domenica 7 dicembre 2008

E il gelo fu


Si dice che ad unacertaetà i difetti che per una vita sono stati sopportabili ai più, diventino insopportabili per tutti. Tipo: se sei uno che parla un sacco, a sessant'anni vieni colto da logorrea logorante, sicchè tutti quelli che ti conoscono ti evitano come fossi uno del Club degli Editori in piazza Duomo.
Ecco, al papo della Pilar è successo un po'così. Ma lui non è logorroico: semplicemente, è testardo.

E quindi la storia è questa.
A Natale di qualche anno fa, la zia non sapeva cosa regalare al Papo. Dopo avergli preso decine di palline da pingpong (tennistavolo, percaritàddivina), e altrettante decine di bottiglie di liquori di varia origine e natura, la zia entrò in un negozio di elettronica ed ebbe la sciagurata idea di comprargli un termometro fighissimo, di quelli che misurano la temperatura esterna e interna alla casa, che ti dice che ore sono e che ti avvisa con un bibbìp se c'è il pericolo di gelate.
Fu così che iniziò il delirio paterno.
Perchè quel fottutissimo bibbìp si sente giorno e notte, ad intervalli di trenta secondi, e se non schiacci un bottoncino inizia a sclerare e a farsi più insistente: bibibbìp!! bibibbìp!! bibibbìp!!
E il Papo, ritenendo di essere il più scaltro esperto elettronico dell'universomondo, da quattro anni a questa parte, ogni volta che sente quel rintocco, si preoccupa, la sua pressione arteriosa comincia a dare in escandescenze e le palpitazioni si elettrizzano: "Uh! che è?? uè, siamo a meno due! ME-NO DU-E! ohmmarònn'! mmò schiaccio qui ... e vediamo s esuona ancora!"
E il termometro, incurante della digitazione paterna, dopo 30 secondi ricomincia a bippare...
"Uè! F'tiènt'! chessuoni affare??*" e pigia.
--- bibibiìp! bibibìp! ---
"all'anem'i chi t'è mmuort'!**" e ripigia.
--- bibiìp! bibibìp! bibibbìp!! ---
"oh! strunz'!" --- bibbibibibìp!! bibibibbibibìp!! ---

E via così, non si finisce mai.
Vane si sono rivelate le battute sarcastiche dei figli, vane le lamentele della dolce consorte, vani gli smontaerimonta notturni (perchè quel COSO si sente pure se lo chiudi in un cassetto della cucina e chiudi la porta, dannazione!).
Il Capofamiglia, testardo come un mulo, si rifiuta di togliere quelle dannate batterie e/o di liberarsi dalla schiavitù di tale ammenicolo.

Bèh.
All'alba delle 5 di questa mattina Pilar, scendendo in cucina a rifornirsi d'acqua naturale (semighiacciata), ha trovato il capofamiglia in pigiama, seduto sullo sgabello regale, che con gli occhi a fessuretta smadonnava contro la scatoletta elettronica...

Pilar: papo, ma cheffai, non dormi??
Papo: mannaggiallui!
Pilar: papo, dai, levagli le pile e torna a dormire...
Papo: NU! è a meno due virgola cinque, adesso vedi che non suona più...

--- bibbìp! bibibìp! bibibìp!! ---

Papo: ma vvafangùl atte e a chi t'ha fatt'!

... e il gioco ricomincia...



* trad: hey, tu, fetente che nno sei altro, perchè ricominci a spaccare le balle?
** trad: alla faccia dei tuoi predecessori!