giovedì 14 giugno 2007

Calde lacrime.

essaggio N°199
30-11-2006 - 10:58


"Grosse lacrime di stanchezza e di pena gli scendevano sulle guance, ma
per via delle rughe, non gli colavano giù; si distendevano, si
raccoglievano e formavano una vernice d'acqua su quel viso distrutto". (Camus)


Gesù, quanto ha pianto.
Capita raramente, ma questa volta Pilar ha pianto davvero leggendo un libro.
Forse non doveva affatto leggerlo perchè parla della vecchiaia (la fatina odia crescere, sopporta poco il proprio compleanno e l'infastidisce cambiare la data), ma non pensava che si potesse arrivare a riflettere sul dolore e sulla vita con una delicatezza talmente struggente e ironica da non poter trattenere le lacrime.
E allora Pilar piange.
Poi si sente meglio, e torna la stessa di prima, ma con addosso un'emozione in più.


"Ci troveremo ancora, Tommaso, senza forma nè luogo, perchè non si può dare forma o luogo all'amore. E tempo ne avremo, tutto quello che ci è mancato e molto di più, così tanto da confondersi con l'eternità. Un' eternità senza un prima o un dopo, ma con tutto il passato e il futuro possibile condensati in un unico atto: un presente infinito. Ora chiudi per un attimo gli occhi, Tommaso, non importa quanto durerà quell'attimo, quel che conta è che quando li aprirai sarai con me. Di nuovo con me, te lo prometto.
Non temere, Tommaso, ci troveremo ancora, dove non so, come neppure, ma quello che so è che ti insegnerò a ballare".

(Lorenzo Licalzi, Che cosa ti aspetti da me?)

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