martedì 12 giugno 2007

Odia il prossimo tuo.

Messaggio N°151
26-07-2006 - 20:45


Pilar è appena uscita dallo studio del suo medico di base. Ha la tonsillite, la sfigata.
Fuori un temporale ha deciso finalmente di rinfrescare l'aria e se esce in questo momento la Lady si bagnerebbe indecorosamente.
Decide quindi di rimanere nella saletta ad aspettare che spiova.
Apre i due finestroni e subito entra un'arietta piacevole. Un po'di refrigerio, grazie.

Ma la pace non dura mai, disgraziatamente. In ogni contesto.
Entrano due signori anzianotti che hanno l'appuntamento dopo Pilar. E la sciura chiude entrambe le finestre. C'è corrente, dice. Manco fosse mortale. Vabbè, Pilar, abbi pazienza.
La fatina ha caldo, ma non fa nulla. Sfoglia una rivista di moda del '15-'18 e cerca di non fare caso al caldo che le fa appiccicare i jeans addosso.
Ora entrano sette bambini. Sette. Stavano giocando nel parco e sono venuti a rifugiarsi dalla tempesta. Giocano a schiacciarsi i piedi. Naturalmente c'è anche una ex alunna della maestra Pilar, che quindi deve dimostrare un atteggiamento perbene: toglie la gamba da sotto il didietro e la accavalla sull'altra, si sistema gli occhiali e anche quella ciocca di capelli che se ne va sempre a remengo. La bambina attira pure un'amichetta che disgraziatamente prende in simpatia la fatina. L'amichetta ha 6 anni e lo stesso peso di Pilar. L'amichetta ha dei piedini fetidi che, essendosi bagnati, assumono la stessa potenza delle fialette di Carnevale.
Pilar cerca di non dare troppa confidenza all'amichetta, cerca di concentrarsi sulla ricetta del pollo alla diavola, ma lì dentro si muore. Di caldo e di puzza.
La lady si alza, apre appena appena una finestra e si siede lì accanto, così da non turbare l'equilibrio psicofisico della nonnetta. La nonnaccia è senza pietà: arriva, richiude e rivolge uno sguardo fulminante a Pilar.
Puzza di piedi.
Puzza di piedi e di ascelle.
Puzza di piedi, di ascelle e caldo umido.
Arriva altra gente.
Qualcuno tossisce.
Pilar ha finito le riviste.
La bambina cicciona sta imitando le veline in mezzo alla saletta oramai colma di gente appiccicosa e umidiccia. I piedini-salamini volteggiano nell'aria. Come avere bombe chimiche a 2 cm dal naso.
Pilar ha finito le riviste. Panico. Odia i silenzi dell'ascensore e delle sale d'attesa.
Si ricorda di aver fatto in tempo a mettere nella borsa il libro che sta leggendo (vd post precedente): graziealcielo è salva.
Il tempo trascorre tra:
- le risate di Pilar (il libro riserva sorprese decisamente esilaranti)
- le occhiate della gente che muore dalla voglia di sapere cosa sta leggendo, perchè ride tanto e sorattutto perchè così sfacciatamente
- una telefonata (sicchè tutti vengono a sapere dove va in vacanza la fatina e che ha paura dell'aereo, e ognuno coglie l'occasione per commentare portando ad esempio esperienze più o meno personali e più o meno terrificanti)
- vari e vani tentativi di aprire le finestre e di respirare aria sana (la vecchiarda non demorde)
- movimenti fulminei per evitare manate e soprattutto pedate da parte della bambinona dopata (perlatro dannatamente agile per una bimba della sua stazza)
- gettare occhiate infuocate alla signora che si accende una sigaretta SENZA FUMARLA. Così, per il gusto di ammorbare l'aria.

Quanto tempo?
Non si sa bene; certamente troppo, per essere un temporale estivo.
Ama il prossimo tuo come te stesso.


Ma chi ha avuto questa pensata del menga?

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